Scuola, nessun cambiamento in vista. A settembre ripresa con mascherine e distanziamento come a giugno
Sotto i tredici anni nessuno è vaccinato e si vogliono evitare rischi anche di fronte al diffondersi di nuove varianti. Si ipotizza l’assunzione a tempo determinato di 40mila docenti. Meno dello scorso anno ma con processi di inserimento in organico più rapidi
Nessuno ha il coraggio di dirlo ufficialmente ma tutti lo confidano: a settembre si tornerà a scuola come a giugno, con il distanziamento tra i banchi, la mascherina obbligatoria, il maestro lontano dai bambini, le mani da disinfettare e la mensa in classe. a conferma arriva dai piani alti del ministero della Salute; da viale Trastevere; da fonti governative ma anche dall’onorevole Luigi Gallo (5Stelle) e dai sindacati che finora non hanno avuto notizia di possibili cambiamenti del protocollo di sicurezza in atto. Gli unici a non parlare sono i membri del Comitato tecnico scientifico con il loro portavoce, Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto superiore di sanità) irrintracciabile “per almeno una settimana”, spiega la segretaria di presidenza.
Oltre alle voci, inoltre, c’è un dato importante che è emerso in queste ore: il Governo è pronto a confermare per settembre il cosiddetto organico Covid, quel contingente voluto dall’ex ministra Lucia Azzolina per consentire alle scuole di sdoppiare le classi. Nel decreto Sostegni bis all’esame del Parlamento, si ipotizza di autorizzare 40mila docenti aggiuntivi a tempo determinato, 30mila in meno rispetto allo scorso anno. Al ministero stanno pensando a questo numero usando i 795 milioni di euro che lo scorso anno le scuole non hanno speso su questo capitolo. Ora cambierà però il meccanismo. Gli istituti non avranno più a disposizione le risorse per il personale Covid ma i 40mila dovrebbero essere inquadrati subito nell’organico di fatto: verranno definiti i posti aggiuntivi necessari conteggiati sulla base delle indicazioni delle scuole che trasmetteranno le loro esigenze agli uffici scolatici territoriali che a loro volta le inoltreranno a quelli regionali fino ad arrivare a Roma.
Ad auspicare la conferma del contingente Covid sono i segretari nazionali della Cisl Scuola, Lena Gissi e della Flc Cgil, Francesco Sinopoli che attendono una convocazione ad ore proprio su questa partita. Chi resta guardingo è, invece, l’onorevole Luigi Gallo : “Il personale Covid non mi risulta rinnovato e la prossima settimana depositerò un’ interrogazione. Avevamo fatto un grande sforzo per cancellare gradualmente le classi pollaio con risorse per l’edilizia e per il personale in più e ora non si può tornare indietro”. Il fatto che ci sarà bisogno di questi docenti in più conferma comunque le voci del ritorno in classe ancora “blindato”.
Ai vertici del ministero della Salute, seppur a denti stretti, si fa un semplice ragionamento: ad oggi sotto i 13 anni non c’è alcun vaccinato. Tra i 12 e i 19 anni al 25 giugno hanno avuto le due dosi di Pfizer solo 555.578 mila ragazzi ovvero quelli della maturità. “Non possiamo rischiare alla luce anche delle variabili in atto. Finché non saranno tutti vaccinati – spiega al FattoQuotidiano.it un nostro confidente – bisognerà mantenere distanziamento e mascherina”. Dello stesso parere Gallo: “I luoghi chiusi con l’abbassamento della temperature e la fine dell’estate continueranno ad essere posti nei quali non si possono abbandonare i presidi di protezione personale. Senza personale Covid e senza risorse aggiuntive sarà difficile garantire il distanziamento necessario in classe”. I presidi devono iniziare a lavorare in quest’ottica anche perché “nessuno – ci dicono dalla Cgil e dalla Cisl – ci ha convocato per cambiare le regole”. L’ultima parola spetta al Cts ma i giochi sembrano ormai fatti.