Green Pass per il personale scolastico: ancora pochi giorni per mettersi in regola con i vaccini. Chi non lo farà perderà fino a 70 euro al giorno

All’inizio del nuovo anno scolastico, fissato per il 1° settembre, mancano 18 giorni e i lavoratori della scuola che ancora non sono in possesso di Green Pass hanno ormai davvero pochissimo tempo per mettersi in regola con i vaccini. Per chi non si è ancora vaccinato la certificazione verde si ottiene infatti solo dopo 15 giorni dalla prima dose.

E dopo ulteriori 5 giorni (quindi dal 7 settembre), in assenza del lasciapassare voluto dal governo per garantire in sicurezza il rientro a scuola in presenza, scatterà la sospensione dello stipendio: i docenti perderanno fino a 70 euro netti per ogni giorno di sospensione. Ma per lo Stato non sarà un risparmio, perché dovrà provvedere a nominare più supplenti. Ecco quanto costerà sostituire il personale scolastico assente ingiustificato.

 

Tra proteste sindacali e perplessità del mondo scolastico e universitario (ma non solo), il Green Pass è il vero protagonista di questo agosto infuocato. Dal 1° settembre prossimo e almeno fino al 31 dicembre (termine di cessazione dello stato di emergenza), in base a quanto disposto dal decreto legge n. 111 entrato in vigore 7 giorni fa, tutto il personale scolastico delle scuole statali e paritarie, nonché il personale dei servizi educativi, delle università e gli studenti universitari, potrà accedere al lavoro soltanto se munito dell’ormai celebre certificazione verde Covid-19. Insomma, non meno di due milioni e mezzo di persone, tra personale scolastico e universitario e studenti, saranno costretti a munirsi del Green Pass, fatti salvi i casi particolari dei soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica.

Il mancato possesso del Green Pass non solo impedirà l’ingresso a scuola per il personale, ma trasformerà il mancato accesso in assenza ingiustificata dal servizio, in quanto “a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”.

Per quanto riguarda in particolare il personale della scuola, il tempo rimasto per mettersi in regola con la vaccinazione è davvero poco.

A partire dal 1° settembre, già prima dell’inizio effettivo delle lezioni, gran parte del personale scolastico sarà a scuola per gli ordinari impegni collegiali di programmazione e per la cosiddetta “presa in servizio” (che riguarda i neo immessi in ruolo, coloro che hanno ottenuto il trasferimento di sede, e altre categorie). Inoltre nei primi giorni di settembre alcune migliaia di professori saranno impegnati anche nello svolgimento delle prove per gli studenti che a giugno hanno avuto sospeso il giudizio a causa di una o più insufficienze.

Sarà l’occasione per verificare il rispetto delle prescrizioni. Per chi non è ancora vaccinato, i tempi sono strettissimi. Infatti, considerato che il rilascio del Green Pass prevede che la prima dose sia stata somministrata almeno 15 giorni prima, e che al 1° settembre mancano 18 giorni, per i non vaccinati restano pochi giorni per provvedere, a meno di non doversi sottoporre a tampone molecolare ogni 48 ore. In assenza, dopo 5 giorni (quindi dal 7 settembre) scatterà la sospensione e il conseguente blocco dello stipendio.  Insomma dopo ferragosto… rien ne vas plus. Si rischia veramente nella scuola di vedersi decurtato il già magro stipendio.

I sindacati protestano per la “scelta unilaterale” del governo, e chiedono pressantemente di annullare l’obbligo del Green Pass. Ma considerata la sospensione dei lavori parlamentari, l’eventuale modifica della rigorosa disposizione in sede di conversione del decreto non potrà certamente essere apportata prima dell’inizio delle lezioni.

A partire dal 1° settembre spetterà ai dirigenti scolastici, ai responsabili dei servizi educativi dell’infanzia, nonché delle scuole paritarie e delle università la verifica del possesso del Green Pass da parte del personale e degli studenti (mentre non è chiaro se anche i “controllori” dovranno essere controllati, e da chi). E saranno sempre i presidi e gli altri responsabili a far scattare l’eventuale procedimento che porterà alla decurtazione della retribuzione.

Fino a 70 euro al giorno di mancata retribuzione per i no-Green Pass

Il personale scolastico “no-green” che dal 1° settembre incorrerà nelle sanzioni previste dal DL 111 per mancata presentazione della certificazione verde, sarà considerato immediatamente assente e avrà la sospensione della retribuzione dopo un “periodo di grazia” di quattro giorni: “a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”.

A quanto corrisponde giornalmente la mancata retribuzione?

Considerata la retribuzione netta mensile degli insegnanti statali, per ogni giorno di assenza, calcolata in misura pari ad un trentesimo della retribuzione mensile, il mancato introito varierà da un minimo di 46 euro per i docenti di primaria e infanzia all’inizio di carriera ad un massimo di 70 euro per un professore delle superiori a fine carriera, come si può vedere dalla tabella elaborata in esclusiva da Tuttoscuola.

Ma cosa altro comporta la sospensione del rapporto di lavoro oltre alla non erogazione di qualsiasi compenso?

Salva diversa precisazione ministeriale, i periodi di assenza per sospensione del rapporto di lavoro, dovrebbero non valere ai fini della anzianità pensionistica e per la buonuscita. Dovrebbero forse non sospendere il diritto agli assegni per carichi familiari.

Quanto costerà sostituire il personale ritenuto assente ingiustificato perché sprovvisto della certificazione?

Il DL 111 ha previsto lo stanziamento di 358 milioni di euro per l’anno 2021 per il pagamento dei supplenti nominati per sostituire il personale assente ingiustificato, ma in parte la spesa verrà compensata con i risparmi derivanti dalla non retribuzione dei docenti assenti. Dell’impiego dei supplenti il Ministero dell’Istruzione effettuerà periodici monitoraggi che, indirettamente, faranno emergere il dato quantitativo dei docenti e Ata “no-Green Pass”.

Quanti operatori scolastici non sono ancora vaccinati?

Secondo i dati circolati del personale scolastico non vaccinato, ad oggi oltre 200mila persone non avrebbero ancora effettuato il vaccino, nemmeno per la prima dose.

Ma la situazione potrebbe essere peggiore di quanto emerge dal monitoraggio dei vaccinati nel personale scolastico. A parte il fatto che la base dei dati regionali su cui viene calcolata la percentuale dei non vaccinati (14,5% all’8 agosto) è poco attendibile (otto regioni hanno fornito dati non dettagliati, arrotondati alla decina di migliaia: 30.000, 40.000, 110.000, ecc.), al 1° settembre, data dell’obbligo del Green Pass per il personale scolastico, quella base dovrà essere completamente aggiornata.

A quella data mancheranno infatti non meno di 30 mila persone collocate in pensione, mentre circa 10mila cambieranno regione di servizio per effetto della mobilità; inoltre, sempre dal 1° settembre, entreranno per nomina in ruolo circa 112mila nuovi docenti (o supplenti annui), oltre 12mila Ata, circa 400 nuovi dirigenti scolastici.

Per quella data sarebbe opportuno conoscere l’effettiva situazione del personale scolastico, eventualmente assumendo a riferimento l’anagrafe nazionale del personale, anche per evitare equivoci, speculazioni politiche, critiche non documentate nei confronti di tutto il personale scolastico.

Inoltre tra settembre e ottobre saranno nominati 140-150 mila supplenti annuali o fino al 30 giugno: anche per loro si imporrà il ricorso al Green Pass. E anche per loro dunque scatterà la franchigia dei 15 giorni per chi assumerà la prima dose prima di iniziare la supplenza.

Insomma per sapere l’effettivo numero di personale privo di Green Pass bisognerà fare calcoli molto più approfonditi di quelli circolati finora (che ci risultano provenire dalle Regioni e non dal Ministero dell’Istruzione).

In ogni caso le segreterie delle scuole, sotto la direzione responsabile dei DS e dei DSGA, avranno un bel da fare per controllare, registrare, sostituire gli effetti dei “no-Green Pass”.

fonte: web

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