Scuola: ecco come sarà il rientro tra i banchi

Obbligo di green pass per il personale, “ma nessun tampone gratis ai no vax”, chiarisce il Miur. Confermati metro di distanza e mascherina. Dad solo in casi eccezionali

Roma, 16 agosto 2021 – Si tornerà in classe distanziati, con la mascherina. Obbligatorio il green pass per il personale scolastico. E, chiarisce il Miur in una nota, “non è previsto alcun meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no-vax”. “Il protocollo d’intesa siglato coi sindacati – proseguono da Trastevere, – prevede una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi, dunque una intensificazione della campagna vaccinale. E consente alle scuole di effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le aziende sanitarie locali o con strutture diagnostiche convenzionate”. Insomma, l’obiettivo resta quello di “contrastare la pandemia soprattutto attraverso la vaccinazione, dando supporto ai più fragili che non possono vaccinarsi”. È stato proprio il green pass il massimo terreno di scontro tra governo e sindacati. Ma vediamo nel dettaglio che cosa prevede il pacchetto di norme per la ripartenza della scuola.

La didattica in presenza

Il decreto legge approvato prevede che nell’anno scolastico 2021-2022 l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado dovrà essere svolta in presenza. La misura è derogabile con provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome esclusivamente nelle zone arancioni e rosse, solo in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità e per singole istituzioni scolastiche o per quelle presenti in specifiche aree territoriali. Il confine della deroga, dunque, risulta essere ben delineato. Nella nota tecnica inviata alle scuole, il Miur, laddove specifica le eventuali deroghe alla didattica in presenza, parla di “malaugurata ipotesi”. Insomma, il ricorso alla Dad deve essere solo per “il tempo strettamente necessario”. In caso di zone con alti numeri di contagi da Covid, come lo scorso anno resterebbe la possibilità di svolgere in presenza le attività laboratoriali.

Il metro e le mascherine

Restano il metro di distanza e l’uso delle mascherine. Dove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici non consentano il distanziamento di sicurezza interpersonale di un metro, è previsto sempre l’obbligo delle mascherine. Queste ultime non dovranno essere indossate dai bambini di età inferiore ai sei anni e dai soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso di questi dispositivi. Resta ferma, come lo scorso anno, l’impossibilità di accedere o permanere nei locali scolastici in caso di sintomatologia respiratoria o temperatura corporea che supera i 37,5°. Se per motivi di spazio fosse impossibile rispettare la raccomandazione di un metro di distanza, la norma di legge “esclude l’automatico ricorso alla didattica a distanza, richiedendo diverse misure di sicurezza”. Ancora, all’ingresso degli istituti, specifica la nota, non è necessaria la rilevazione della temperatura corporea (ma già molte scuole si sono dotate di comodi tablet per tutelarsi maggiormente). Sta dunque alla “responsabilità individuale” restare a casa in caso di temperatura corporea superiore alla soglia critica.

Scuola
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Roma, 16 agosto 2021 – Si tornerà in classe distanziati, con la mascherina. Obbligatorio il green pass per il personale scolastico. E, chiarisce il Miur in una nota, “non è previsto alcun meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no-vax”. “Il protocollo d’intesa siglato coi sindacati – proseguono da Trastevere, – prevede una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi, dunque una intensificazione della campagna vaccinale. E consente alle scuole di effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le aziende sanitarie locali o con strutture diagnostiche convenzionate”. Insomma, l’obiettivo resta quello di “contrastare la pandemia soprattutto attraverso la vaccinazione, dando supporto ai più fragili che non possono vaccinarsi”. È stato proprio il green pass il massimo terreno di scontro tra governo e sindacati. Ma vediamo nel dettaglio che cosa prevede il pacchetto di norme per la ripartenza della scuola.

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La didattica in presenza

Il decreto legge approvato prevede che nell’anno scolastico 2021-2022 l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado dovrà essere svolta in presenza. La misura è derogabile con provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome esclusivamente nelle zone arancioni e rosse, solo in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità e per singole istituzioni scolastiche o per quelle presenti in specifiche aree territoriali. Il confine della deroga, dunque, risulta essere ben delineato. Nella nota tecnica inviata alle scuole, il Miur, laddove specifica le eventuali deroghe alla didattica in presenza, parla di “malaugurata ipotesi”. Insomma, il ricorso alla Dad deve essere solo per “il tempo strettamente necessario”. In caso di zone con alti numeri di contagi da Covid, come lo scorso anno resterebbe la possibilità di svolgere in presenza le attività laboratoriali.

Il metro e le mascherine

Restano il metro di distanza e l’uso delle mascherine. Dove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici non consentano il distanziamento di sicurezza interpersonale di un metro, è previsto sempre l’obbligo delle mascherine. Queste ultime non dovranno essere indossate dai bambini di età inferiore ai sei anni e dai soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso di questi dispositivi. Resta ferma, come lo scorso anno, l’impossibilità di accedere o permanere nei locali scolastici in caso di sintomatologia respiratoria o temperatura corporea che supera i 37,5°. Se per motivi di spazio fosse impossibile rispettare la raccomandazione di un metro di distanza, la norma di legge “esclude l’automatico ricorso alla didattica a distanza, richiedendo diverse misure di sicurezza”. Ancora, all’ingresso degli istituti, specifica la nota, non è necessaria la rilevazione della temperatura corporea (ma già molte scuole si sono dotate di comodi tablet per tutelarsi maggiormente). Sta dunque alla “responsabilità individuale” restare a casa in caso di temperatura corporea superiore alla soglia critica.

La certificazione verde

Il decreto legge introduce, dal primo settembre al 31 dicembre 2021, l’obbligo di green pass per il personale scolastico. “Costituisce una ulteriore misura di sicurezza”, specifica il ministro Bianchi. Il mancato rispetto del requisito è considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso. Questa disposizione non si applica al personale che, per motivi di salute, è esente dalla campagna vaccinale secondo i criteri indicati dal Ministero della Salute. I lavoratori fragili sono tutelati. Il green pass non è previsto per studenti e studentesse.

Il Ministro Bianchi ricorda che “il mondo della scuola è quello che ha reagito di più e più prontamente all’appello alla vaccinazione” e ringrazia “l’85% del personale scolastico che si è vaccinato”.

La somministrazione dei pasti nelle scuole dovrà essere effettuata da personale anch’esso dotato di green pass che indossi dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Si prevede inoltre una maggiore tutela legale per il personale scolastico che, nell’adempimento dei doveri d’ufficio, debba trovare soluzione a problemi tecnico scientifici di particolare difficoltà.

Chi controlla il green pass?

Il decreto prevede che “i dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi dell’infanzia nonché delle scuole paritarie siano tenuti a verificare” il possesso della certificazione da parte di quanti siano a qualunque titolo in servizio. La verifica può essere delegata formalmente dal preside ad una persona della scuola.

Stanziamenti per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico 2021-2022

Sono stati stanziati 422milioni di euro ripartiti tra gli uffici scolastici regionali, ai fini dell’assegnazione alle istituzioni scolastiche, sulla base di tre criteri legati: al numero di studenti nella regione; alla numerosità delle classi; all’indicatore di fragilità Invalsi. 400milioni servono per reclutare fino a 20mila docenti a tempo determinato, per il recupero e il potenziamento degli apprendimenti, e 22mila unità di personale amministrativo, sempre a tempo determinato. 22milioni sono per intervenire, in maniera puntuale, sulle istituzioni scolastiche che presentano una alta incidenza di classi numerose, mediante risorse aggiuntive di docenti a tempo determinato. Sono stati poi predisposti, in via straordinaria, 350milioni per “beni e servizi strumentali” quali materiale per l’igiene individuale e degli ambienti, oltre a servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica e pedagogica. Previsti anche 70milioni di euro per affitti di immobili e noleggi di strutture modulari temporanee, nonché 200milioni di euro per lavori di messa in sicurezza e l’ampliamento e adeguamento di aule didattiche.

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