Covid, nuova gestione casi a scuola, quali le criticità?
Gestione dei casi covid a scuola, alcuni punti critici: tempi a volte lunghi, commistione di Dad e Did, non univocità sui tamponi.
Lara Sardi
Da pochi giorni sono entrate in vigore le nuove disposizioni ministeriali per la gestione dei casi Covid all’interno delle scuole: i cambiamenti apportati nel protocollo di sicurezza precedentemente adottato hanno in primo luogo lo scopo di ridurre la possibilità di contagi in ambito scolastico. Parallelamente si pongono come obiettivo di garantire le lezioni in presenza e scongiurare la DAD. Tuttavia, già si riscontrano punti di criticità che generano tanta confusione.
Nuova circolare ministeriale per gestire i casi covid a scuola
La circolare ministeriale n. 50079 del 3 novembre scorso ha come oggetto “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi da infezione da SARS-Cov-2 in ambito scolastico”: il Governo ha fornito nuove indicazioni per uniformare la gestione dei casi Covid a scuola in tutto il territorio nazionale. In particolare, ha introdotto delle direttive per cui alunni, personale docente ed ATA deve eseguire più tamponi con una scadenza determinata: il T0, il T5 e il T10 a seconda dei casi.
A pochi giorni dal provvedimento, con i casi in aumento, già però si riscontrano varie criticità e tanta confusione.
Procedura non univoca sui tamponi
Un primo aspetto che già comporta delle criticità è proprio il test T0: si tratta del tampone da effettuare non appena il DS, avuta la notizia di un caso Covid in una classe, attiva la procedura di screening. Ad esserne coinvolti, oltre tutti gli alunni del gruppo classe, anche i docenti ed il personale ATA: questi se hanno avuto contatti con il positivo nelle 48 ore prima della segnalazione di positività e per 4 ore anche non consecutive.
La modalità dello screening viene stabilita a livello regionale: ci saranno casi in cui il tampone sarà antigienico ed effettuato dalle famiglie presso le farmacie, altre in cui se ne occuperà l’Asl di competenza, altre in cui verrà direttamente il personale sanitario a scuola. Con le nuove indicazioni è solo possibile infatti programmare i tamponi a tutta la classe.
Tempistica per monitorare il contagio da Covid: ritorna la DAD?
Questo tampone zero, tuttavia, non sempre si effettua con tempestività: possono passare alcuni giorni prima che si effettui lo screening generale e se ne conoscano i risultati. Cosa fare durante questa attesa? Gli alunni non possono ritornare a scuola se non con il risultato del test negativo al Covid: nel frattempo le indicazioni ministeriali non prevedono l’attivazione della DAD che in questo frangente è a discrezione della scuola.
Del resto, la stessa DAD costituirà un problema per l’organizzazione didattica: in base ai risultati dei test, infatti può succedere che solo alcuni alunni saranno in DAD ed altri in presenza, in base allo stato vaccinale di ognuno. In questi casi, quindi, la scuola dovrà attivare la DI, la didattica integrata con le tante difficoltà organizzative-didattiche che comporta.
Docenti sottoposti di continuo a screening
Un altro aspetto critico è la possibilità che i docenti si dovranno sottoporre di continuo a test ogni qualvolta si registri un caso Covid in classe: con le nuove disposizioni, infatti due sono i test previsti ogni qualvolta si segnalerà un caso di positività, il T0 e il T5. Per i docenti con più classi, e con i casi in aumento nelle scuole, si prospetta un anno molto complicato anche da questo punto di vista.