Precari scuola: assunzioni da Gps prima del concorso straordinario

I sindacati applaudono il decreto in arrivo per il Concorso riservato a docenti con tre anni di servizio, che si svolgerà entro metà giugno e sarà articolato in una prova disciplinare unica. Il concorso sarà riservato a chi vanta un servizio di almeno tre anni, anche non consecutivi, negli ultimi cinque anni scolastici. Ma non basta.

Assunzione da Gps

Il segretario generale Anief Chiara Cozzetto: “ci siamo soffermati sui programmi concorsuali e sulla norma da applicare, ma anche sui contenuti di legislazione scolastica, persino quelli sulla governance della scuola, previsti per i concorsi ordinari però da doversi escludere per una procedura straordinaria che, per espressa previsione normativa, vuole lo svolgimento di una prova su argomenti disciplinari”.

Marcello Pacifico del sindacato Anief spiega che “va bene questo concorso, frutto anche della nostra battaglia contro il precariato cominciata in solitudine nel 2012 con vittorie in tribunale per far accedere alle selezioni idonei e neo-laureati. Purtroppo, però, la lotta contro la supplentite continua e per vincerla occorre assumere subito dalle GPS”.

A chi è riservato il concorso straordinario

Cozzetto ha spiegato di aver fatto riferimento ai “servizi utili ai fini della partecipazione” sostenendo, come sindacato, che il comma 9bis non preclude affatto la partecipazione alla procedura a quanti abbiano svolto il servizio solo su posti di sostegno del medesimo grado Il comma 9bis: infatti, si prevede che, ciascun candidato, può partecipare solo per una classe di concorso per la quale abbia maturato almeno un’annualità, valutata ai sensi del primo periodo”. Serve dunque la correzione dell’articolo 3, comma 1 della Bozza di DM, eliminando la richiesta – ulteriore rispetto alla normativa cui ci si deve attenere – di almeno un anno di servizio sulla classe di concorso non ritenendo utile il servizio eventualmente svolto nel grado ma sul sostegno.

Infine, sulle graduatorie di merito nulla vieta, ma anzi lo prescrive proprio la norma primaria, di stilare tali graduatorie comprendendo tutti i candidati che parteciperanno alla prova concorsuale, proprio ai fini dell’eventuale individuazione, per scorrimento a seguito di rinunce, dei vincitori che potranno quindi arrivare all’immissione in ruolo.

I requisiti

Avere svolto entro i termini di partecipazione indicati nel bando di concorso un servizio nelle istituzioni scolastiche statali di almeno tre anni, anche non consecutivi, negli ultimi cinque anni scolastici, valutati ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124. Ciascun candidato può partecipare alla procedura in un’unica regione e per una sola classe di concorso e può partecipare solo per una classe di concorso per la quale abbia maturato almeno una annualità.

Proroga organico Covid: cosa succede ai contratti dopo il 30 giugno?

Proprio quando iniziava a serpeggiare un certo pessimismo circa il rinnovo dell’organico Covid Ata e docenti, con la data del 31 di marzo che si avvicinava inesorabilmente, è arrivata una proroga che costituisce una boccata d’ossigeno per i lavoratori coinvolti e per le scuole che hanno bisogno della loro presenza. Una decisione accolta favorevolmente dai sindacati che si erano battuti nei mesi scorsi per questo traguardo.

Una proroga indispensabile

“La decisione assunta dal Governo ieri di proroga dei contratti Covid è sicuramente opportuna e necessaria. Confermare i contratti dei 55.000 dipendenti della scuola, docenti e ATA, è un’azione che consentirà alle scuole di funzionare meglio in una fase in cui l’emergenza epidemiologica non è ancora superata”. Lo scrive la Uil Scuola in un comunicato.

“Il provvedimento giunge a conclusione di un lungo pressing condotto dalle organizzazioni sindacali nei confronti del Governo. Tra i temi centrali degli scioperi del 10 e 16 dicembre – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – c’era anche la richiesta di proroga fino alla fine dell’anno scolastico dei posti per questi lavoratori chiamati in emergenza, durante i mesi più acuti della pandemia“.

Cosa succede dopo il 30 giugno?

“Il tema lavoro, soprattutto in una fase di crisi prolungata è questione che ha la nostra massima attenzione” – aggiunge Turi.

L’organico Covid però dovrebbe essere trasformato in organico di diritto, perchè va a tamponare delle falle che anche senza la pandemia sarebbero evidenti.

Non va però taciuto infatti che si tratta di un intervento tampone: la situazione è decisamente più complessa e riguarda l’insufficienza dell’organico del personale delle scuole. Un problema vecchio che – sotto la spinta di un contesto sanitario profondamente mutato – dovrebbe ora trovare una risposta seria e strutturata nel tempo.

Dotazione stabile

I 55 mila posti devono ora entrare nella dotazione stabile degli organici delle scuole a partire dal prossimo anno scolastico 2022/23 dando continuità a quanto effettuato in questi ultimi due anni scolastici.

Sarebbe impensabile, e ci auguriamo che nessuno lo immagini, tornare ai numeri pre – pandemia, con organici ridotti all’osso, più vicini ai livelli dei tagli draconiani degli anni ‘2000 che a quelli confermati di oggi (limitati e a tempo).

La scuola ha bisogno di dotazioni di personale congrue che portino al definitivo superamento delle classi sovraffollate e adottino le giuste misure sanitarie per svolgere l’attività didattica in piena sicurezza.

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