Alunna con disabilità non partecipa all’uscita didattica: non si tutela l’inclusione scolastica
Un’alunna con disabilità non può partecipare all’uscita didattica con i compagni: non si garantisce il diritto all’inclusione scolastica.
Lara Sardi
La gita e le uscite didattiche rappresentano gioia e spensieratezza assoluta per gli studenti, indipendentemente dall’età e dalla scuola frequentata: momenti da sempre molto attesi, ora più che mai, dopo i due anni di stop dovuti alla pandemia. Purtroppo, però, non per tutti è così: oggi, 19 maggio, un’alunna con disabilità non potrà partecipare all’uscita didattica con i suoi compagni per colpa delle barriere esistenti: non si sta garantendo il diritto all’inclusione scolastica
Un’alunna con disabilità non potrà partecipare all’uscita didattica con i compagni
Giorno di gita per gli alunni della scuola primaria ‘Bacone’ di Milano che oggi vanno a visitare un Museo di Storia Naturale: ma non per tutti questo è un momento felice, infatti un’alunna con disabilità della terza elementare non può parteciparvi a causa della distanza tra la scuola e il sito di interesse, percorsa interamente a piedi dai compagni. La bambina, infatti, a causa della disabilità motoria che le impedisce di camminare per lunghi tratti senza avere un appoggio, non può percorrere il chilometro e mezzo che separa istituto e museo.
Inizialmente, la scuola aveva proposto ai genitori di accompagnare la propria figlia direttamente sul luogo della visita, poi si era offerto volontario anche il dirigente scolastico.
L’uscita didattica non deve essere una barriera
Al quotidiano ‘Il Giorno’ Caterina Cassese, mamma dell’alunna e referente sostegno in un’altra scuola, spiega che non vuole un accompagnamento per la bambina, ma che possa vivere l’esperienza al pari dei compagni: “L’avviso che l’uscita didattica si sarebbe fatta a piedi è dell’11 maggio – racconta la mamma –, è dovere della scuola trovare la giusta strategia per garantire l’inclusione di nostra figlia“. Per l’alunna con disabilità i genitori chiedono inclusione: “ha il diritto di stare con gli altri per tutto il percorso“, continua la madre. Anche la soluzione di usare il passeggino a cui è si è ritrovata inchiodata per anni non convince: si porrebbe l’alunna in una “condizione impropria, penalizzante, innaturale, anacronistica, regressiva“.
Alla controproposta dei genitori di ricorrere al servizio navetta o alla metro per tutti gli alunni, la scuola risponde che non è corretto penalizzare gli altri bambini, che dopo due anni di pandemia, meritavano una passeggiata a piedi. La mamma puntualizza che quando si organizzano gite scolastiche o uscite didattiche si deve garantire il rispetto dell’inclusione: “Serve più attenzione nel mondo della scuola. Porto avanti questa battaglia per mia figlia, ma anche per tutti gli alunni con disabilità. Hanno diritto alle uscite didattiche come tutti gli altri, senza discriminazioni“.