Concorsi scuola 2022/2023: cosa cambierà col nuovo governo?
Intervenuto nel corso dell’appuntamento della Tecnica risponde live di giovedì 29 settembre 2022, l’esperto di normativa scolastica Lucio Ficara ha fatto chiarezza sui concorsi relativi alla scuola, in attesa che si formi il nuovo governo e si insedi il nuovo Ministro:
“Cosa farà il nuovo governo e il nuovo Ministro una volta insediati a Palazzo Chigi? Parliamo di quello che dovrebbe essere ma ci sono dei punti interrogativi su quello che sarà, perché esponenti del futuro governo non tutti hanno condiviso la linea sul tema della scuola del ministro Bianchi anche in chiave reclutamento.
I concorsi che sono in atto, cioè quelli a carattere biennale, verranno espletati, troveranno delle graduatorie di merito che saranno pubblicate e su quelle graduatorie come per esempio il concorso straordinario bis che arriverà a termine per tutte le classi di concorso in tutte le regioni e già ha accantonato le sue 4.600 cattedre della scuola secondaria di primo e secondo grado già disponibili nel caso in cui la graduatoria venisse pubblicata entro il 31 dicembre oppure accantonati per un’immissione in ruolo di carattere giuridico.
Cosa sarà per il personale neolaureato, cioè gli aspiranti a una cattedra che non abbiano servizio o che avendolo è inferiore ai tre anni. Per costoro si prevede, dopo una fase transitoria che durerà fino al 2024, un percorso universitario di formazione iniziale con almeno 60 cfu con una prova finale di carattere abilitante cui accedere con i percorsi di laurea triennale o magistrale a ciclo unico. Dopo l’abilitazione ci sarà la partecipazione al concorso di carattere ordinario indetto su base regionale o su macro aree interregionali nel caso ci sia la necessità di accorpare più regioni per il basso numero di posti messi a bando. Ci sarà il periodo di prova per i vincitori il cui esito positivo sarà dovuto non solo ai 180 giorni in servizio ma ci sarà anche il tradizionale colloquio col comitato di valutazione e anche il superamento di un test da inquadrare coi decreti attuativi.
Cosa può succedere per i docenti con almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque? Si partirà con la partecipazione a un pubblico concorso indetto su base regionale e interregionale. Costoro dopo faranno un contratto a tempo determinato in cui acquisiranno 30 crediti qualora non fossero abilitati ma avessero solo il servizio. Fino al 31 dicembre 2024 esisterà una fase transitoria, forse la più importante che riguarda il domani, a meno che l’intervento governativo non dovesse sparigliare il tutto e cambiare le regole. In questo caso ci sarà una formazione iniziale fatta dalle università con almeno 30 crediti formativi, a condizione che però parte di questi crediti formativi siano tirocinanti. Poi la partecipazione al concorso su base regionale o interregionale, contratto a tempo determinato e per chi non è abilitato l’acquisizione degli altri 30 cfu per fare 60. Chi invece possiede l’abilitazione rimane coi 30 crediti formativi presi con formazione iniziale. Per coloro che entreranno in ruolo periodo di prova e test finale, novità assoluta del decreto legge 36”.
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