Docenti offesi sui social o nelle chat genitori: che fare?

Le chat dei genitori su WhatsApp, spesso, contengono offese o prese in giro contro i docenti: che fare in questi casi?

[metaslider id=29874]

Docenti offesi nelle chat genitori oppure sui social: quali azioni si possono intraprendere?

Un aspetto fondamentale che non si deve mai dimenticare è che l’insegnante è un pubblico ufficiale e che, come tale, all’offesa consegue l’oltraggio. A giudicare da quanto si legge talvolta sui social o nelle chat genitori, non tutti sono consapevoli di questo aspetto.
Le chat di Whatsapp dei genitori, spesso, sono piene di pettegolezzi e di disinformazione in merito a ciò che avviene in classe. Talvolta gli studenti riferiscono ai propri genitori delle notizie che non corrispondono alla realtà e tutto ciò finisce per alimentare pettegolezzi o, addirittura, si passa alle offese vere e proprie. Quali azioni possono essere intraprese dai docenti in questi casi?

Laura Razzano di ‘Italia Oggi’ ha risposto ad un’insegnante di scuola primaria che sarebbe stata offesa nella chat dei genitori e su Facebook. Nella replica pubblicata dal quotidiano economico, viene sottolineato come il diritto di critica possa essere esercitato da chiunque manifestando il proprio pensiero: d’altro canto, la Costituzione mette sullo stesso piano il diritto all’onore e alla reputazione dell’insegnante. Le offese contenute nella chat di un gruppo Whatsapp configurano il delitto di diffamazione. Italia Oggi sottolinea il fatto che i messaggi sui media integrano l’ipotesi di diffamazione aggravata.

[metaslider id=27278]

Una soluzione potrebbe essere, inizialmente, quella di tentare di appianare eventuali contrasti tramite il rappresentante dei genitori. Qualora non sia possibile risolvere le divergenze, il consiglio è quello di inoltrare una diffida: se la situazione non si dovesse ancora risolvere, il docente può adire le vie legali.

‘La querela – afferma Laura Razzano – va sporta entro il termine massimo di tre mesi dalla conoscenza del fatto, cioè dal giorno in cui la docente è venuta a conoscenza della diffamazione perpetrata nei suoi confronti, pena la non perseguibilità degli offensori’. Una volta avviato il procedimento, il docente potrà costituirsi parte civile nel processo penale e chiedere il risarcimento dei danni subiti. Per evitare situazioni spiacevoli, molte scuole hanno bandito le chat dei genitori.

Condividi questa storia, scegli tu dove!