Diventa insegnante di ruolo a 70 anni, quando è già in pensione. Cgil: “In Italia facciamo pochi concorsi, e male”

di Alex Corlazzoli il fatto quotidiano 

Forse la professoressa Anna Maria non se l’aspettava nemmeno più. Ma dopo due anni di pensione, in questi giorni, il ministero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara le ha mandato una mail per comunicarle ciò che aveva atteso per una vita: il posto di ruolo. La vicenda è davvero singolare e oltre a sorprendere la signora che lo scorso mese di aprile ha spento settanta candeline, ha lasciato a bocca aperta le organizzazioni sindacali che ogni giorno hanno a che fare con il mondo del precariato nel mondo della scuola.

La docente in questione ora vive a Bisaccia, il paese del poeta Franco Arminioin provincia di Avellino, per anni è stata iscritta nelle Gps (Graduatorie provinciali supplenze) nelle scuole di Rimini facendo l’insegnante di sostegno alle superiori. Una vita da precaria che in Italia accomuna migliaia di persone.

[metaslider id=32708]

La professoressa Anna Maria nel 2018 aveva fatto anche il concorso e proprio da quell’elenco è stata “ripescata” per la proposta di una cattedra a tempo indeterminato. Peccato che il contratto le sia stato proposto fuori tempo massimo, quando ormai è tornata nella sua terra per godersi il “meritato” riposo. Nemmeno volendo potrebbe tornare ad insegnare perché sarebbe incompatibile. Da notare tra l’altro che l’assunzione in ruolo gli è stata proposta in un istituto di Salerno, a un’ora e mezza da casa. Contattata dal fatto.it la signora ha preferito non commentare, seppur ammettendo la ricostruzione fatta. Resta l’amaro in bocca per un sogno non realizzato ma non solo: per una pensione che – secondo i sindacati – potrebbe persino essere meno di mille euro al mese.

“Se n’è andata dal mondo del lavoro da precaria – spiega Simonetta Ascarelli, segretaria provinciale Flc Cgil di Rimini – senza ricostruzione di carriera; priva di un inquadramento rapportato all’anzianità; senza un minimo di diritti economici. È un’ingiustizia”.

[metaslider id=33264]

Dal punto di vista della burocrazia, tuttavia, tutto è andato come doveva essere: la procedura automatizzata, ha fatto scorrere le graduatorie e avendo, la signora Anna Maria, titoli per l’offerta, è stata scelta. Nulla da eccepire sulla carta. “Certo è – continua la segretaria provinciale della Flc Cgil di Rimini – che questa vicenda è il simbolo di come la forma di reclutamento nel mondo della scuola debba essere modificata. In Italia, facciamo pochi concorsi e pure male. L’amministrazione deve definire le competenze, la preparazione tecnica ma anche pedagogica; va costruita una procedura certa, con concorsi ogni due anni”. Ripensando al caso della professoressa in pensione Ascarelliaggiunge: “Quest’anno avremo trenta mila posti vacanti che andranno a precari che spesso non prenderanno le cattedre per motivi famigliari. In questi giorni sto avendo a che fare con molte madri di famiglia, con figli di due-tre anni, che non se la sentono di lasciare Rimini per andare a insegnare a Reggio Emilia”.

Condividi questa storia, scegli tu dove!