Scuola, così il caro-vita lascia scoperte le cattedre al Nord: i prof rifiutano di trasferirsi
Pochi insegnanti hanno deciso di spostarsi per ottenere una cattedra stabile. Pesano anche i vincoli alla mobilità.
di Claudio Tucci il sole 24 or
L’ultimo esempio in ordine di tempo è arrivato dall’Emilia Romagna che cerca docenti di ruolo ma non riesce a trovarli. Complice il “caro vita” che colpisce gli italiani e spinge molti insegnanti a rimanere supplenti al Sud, vicino casa, piuttosto che conquistare una cattedra a tempo indeterminato al Centro-Nord.
Con la “call veloce”, la procedura che consente di trasferirsi dalla propria regione/provincia per entrare prima in ruolo, in Emilia Romagna sono arrivati solo 17 docenti su 2.137 posti disponibili, di cui 1.861 sul sostegno. Una situazione più o meno simile in Lombardia dove su oltre 2.600 posti disponibili sono arrivate appena un centinaio di candidature.
Caro vita e vincoli alla mobilità i freni agli spostamenti
Certamente il “caro vita” influisce sulle scelte, con stipendi di 1.200-1.300 euro, specie nelle grandi città, insufficienti considerato anche l’affitto. Secondo il sindacato, da sempre sensibile al tema, c’è anche un altro aspetto che frena gli spostamenti: i vincoli normativi alla mobilità (salvo eccezioni, bisogna di norma poi aspettare tre anni prima di poter chiedere un trasferimento). E così di anno in anno moltissime cattedre al Nord rimangono senza professori di ruolo e andranno a supplenza. I sindacati, anche per questo fenomeno, stimano già un 2023/24 con circa 200mila supplenti.
Da Valditara attenzione al tema
Nei mesi scorsi il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, aveva affrontato il tema, ipotizzando nuove forme di finanziamento/sostegno anche per rendere “più pesanti” gli stipendi dei professori in modo da rendere meno complesso il trasferimento lontano da casa per coprire stabilmente cattedre libere. L’idea aveva spaccato il mondo della scuola, e per ora è stata accantonata.
Al via la campanella l’11 settembre
Si guarda all’avvio del nuovo anno. La campanella suonerà per la prima volta in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta l’11 settembre 2023, dando il via ufficiale alle lezioni. Gli studenti lombardi seguiranno il giorno successivo, 12 settembre. Il 13 settembre si torna tra i banchi in diverse regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Per i giovani della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna il rientro è fissato al 14 settembre. Concludono l’inizio dell’anno scolastico l’Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio, il 15 settembre.