Voto in condotta, il percorso a ostacoli per l’approvazione della riforma

di Salvo Intravaia, la Repubblica

Ecco come funzionerà.

Le nuove regole probabilmente saranno operative dal prossimo anno scolastico.

 

Percorso a ostacoli per la riforma del voto di condotta voluta dal ministro Valditara. Se ne parla come se fossero già operative, ma le nuove regole sulla valutazione del comportamento e sulle sospensioni dalle lezioni per gli alunni più indisciplinati, probabilmente, saranno operative dal prossimo anno: 2024/2025.

Un eventuale anticipo all’anno in corso, esporrebbe il ministero a una miriade di ricorsi al Tar, che non mancano anche con regole certe e definitive. E non intervenute a partita in corso. Il disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 18 settembre dovrà effettuare tutto il percorso parlamentare prima di essere trasformato in legge. Dovrà approdare alla Camera e al Senato, o viceversa, per la discussione e gli eventuali emendamenti che ne modifichino alcuni passaggi.

L’iter

Ma prima ancora dovrà passare, come di rito, dalle diverse commissioni: Istruzione, Affari Costituzionali e altre. Al momento, del disegno di legge governativo non si conosce nessun testo ufficiale. Quelle che circolano sono soltanto bozze. Intanto, con l’approssimarsi dei mesi autunnali e invernali, deputati e senatori saranno chiamati a discutere la legge di Bilancio. Per la legge sulla “valutazione del comportamento scolastico” e sulla riforma degli istituti tecnici e professionali è lecito attendersi due passaggi alla Camera e due al Senato.

Valutare il comportamento

Nel frattempo, l’anno scolastico va avanti e a ridosso di dicembre/gennaio si conclude il primo trimestre/quadrimestre. A questo punto, docenti valuteranno gli studenti delle medie e del superiore con le regole attualmente in vigore. Se la legge venisse approvata nei primi mesi del 2024, questa non sarà immediatamente applicabile. Perché è previsto che il ministero dell’Istruzione e del merito emani uno o più regolamenti per riformare l’intera normativa sulla valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti. Per farlo, viale Trastevere avrà 180 giorni di tempo: sei mesi. L’eventualità che si slitti al prossimo anno è quindi più che fondata.

Come funzionerà

Per arginare i comportamenti violenti a carico di docenti e compagni da parte degli studenti più vivaci, il ministro Giuseppe Valditara, coadiuvato dai suoni più stretti collaboratori, ha messo a punto una serie di modifiche alla normativa sul voto di condotta. E non solo. In sintesi, alla scuola media verrà ripristinato il voto in comportamento che verrà espresso in decimi. Se la valutazione del comportamento sarà inferiore al sei, scatta la bocciatura automatica. Anche alla scuola media. Al superiore, il sei in comportamento al quinto anno determinerà l’assegnazione di un “elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale” da trattare all’esame finale. E il cinque comporterà la non ammissione agli esami. Per gli anni intermedi col sei in condotta scatta la rimandatura a settembre in Educazione civica, la bocciatura col cinque in condotta e la penalizzazione nell’attribuzione del credito scolastico per valutazioni della comportamento inferiori a nove decimi.

Inoltre, a carico di coloro che si meriteranno uno, due o più giorni di sospensione dalle lezioni è previsto il rinvio a lavori di utilità per la comunità o lezioni di approfondimento su tematiche di Educazione civica.

I rischi di una approvazione veloce

Se le nuove norme sul comportamento dovessero essere approvate prima della chiusura dell’anno scolastico, i docenti si ritroverebbero a valutare gli studenti in condotta con due regole diverse nello stesso anno. In questo caso la situazione si complicherebbe. Ecco perché. “Considerando che non sono state ancora varate – spiega Dino Caudullo, avvocato esperto in normativa scolastica – le nuove norme a mio parere potrebbero avere efficacia solo dal prossimo anno scolastico. Qualora fossero applicate in corso d’anno – conclude – ci sarebbero margini per una contestazione”. Una valanga di ricorsi al Tar da parte delle famiglie dei ragazzi rimandati in Educazione civica. E non solo.

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