Nadef 2023, solo 3,5 mld per il rinnovo del contratto di pubblico impiego: per Anief serviranno solo per indennità di vacanza contrattuale

Dopo la pubblicazione della Nadef si prevedono solo 3,5 miliardi per il rinnovo del contratto di pubblico impiego. Anief delusa.

Il 27 settembre 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di Aggiornamento del Def (Nadef). Il documento anticipa la manovra finanziaria che sarà approvata a fine anno e assume particolare importanza perchè delinea, sulla base delle nuove stime in esso contenute su Pil, debito, deficit, inflazione, il contenuto della legge di bilancio. I fondi che potranno essere messi a disposizione in manovra saranno solo di 14 miliardi di euro, poichè la stessa Nadef certifica una crescita dell’economia più debole del previsto, ma tale comunque da offrire sufficienti rassicurazioni ai mercati e agli investitori, confermando anche un trend di riduzione del debito. Alla luce di tutto ciò per il rinnovo del contratto del pubblico impiego sono stati destinati solo 3,5 miliardi. Troppo pochi secondo Anief.

Pacifico (Anief): ” Servono molti più miliardi per intervenire d’urgenza su diversi ambiti”

Per il rinnovo del contratto del pubblico impiego 2022/24 dalla Legge di Bilancio sono previsti non più di 3,5 miliardi di euro: a questo punto se le previsioni collocate nella Nadef 2023 verranno confermate l’incremento di stipendio si preannuncia più basso rispetto alle ultime tornate contrattuali. Anief non nasconde la sua delusione: “Speriamo che le previsioni siano fortemente sottodimensionate, perché 3 miliardi e mezzo di euro servono a malapena a coprire quell’indennità di vacanza contrattuale intera che i lavoratori pubblici attendono da un anno e mezzo. Oppure sono i soldi per dei micro-aumenti?”. Questo l’interrogativo posto da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il quale ha anche aggiunto:

“La verità è che servono molti ma molti più miliardi, almeno un impegno formale per la prossima Legge di Bilancio, perché ci sono diversi ambiti su cui intervenire d’urgenza, a partire di organici aggiuntivi da 40mila posti, indispensabili per attuare nei prossimi tre anni il Pnrr come pure per dare supporto all’autonomia scolastica. Per vincere la dispersione, soprattutto al Sud, non basta migliorare le infrastrutture e le tecnologie, ma bisogna investire in risorse umane. Occorre quindi dare loro subito 100 euro medi al mesepiù quasi 2mila di arretrati da gennaio 2022, sempre in attesa del rinnovo del nuovo contratto.”

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