La riforma di Valditara stroncata dal Consiglio superiore della pubblica istruzione

da il fatto quotidiano

La riforma della filiera tecnico professionale targata Valditara è stata bocciata dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, l’organo di garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale della Scuola. Con la seduta di giovedì, il Cspi, ha messo un fermo e deciso stop all’iniziativa promossa dal ministro leghista. Lo schema di decreto in esame è stato criticato punto per punto. Secondo gli esperti del Consiglio superiore, è sbagliato anticipare i tempi dei Ptco (ex scuola alternanza lavoro) al biennio; è errato continuare a tener separati i percorsi dei licei da quelli dei tecnici-professionali; è imprudente coinvolgere gli Its Academy quando sono “ancora in una fase transitoria”; c’è il rischio con quattro anni di scuola anziché cinque di “una compressione dei curriculi”; manca un Comitato scientifico che supporti la sperimentazione; non ci sono i tempi per coinvolgere gli organi collegiali, per formare i docenti e per gli adempimenti amministrativi.

Un papello di punti negativi che si conclude con il “parere negativo” e un invito a “modificare significativamente il testo dello schema di decreto sottoposto al parere, al fine di superare le criticità evidenziate anche in relazione alle problematiche connesse ai tempi di attuazione della sperimentazione che non consentirebbero l’indispensabile informazione alle famiglie, le dovute azioni di orientamento per le studentesse e per gli studenti, i necessari confronti tra i molti soggetti coinvolti nelle reti per costruire relazioni significative”.

Una batosta per l’inquilino di viale Trastevere che era pronto ad anticipare al prossimo anno scolastico la possibilità di attivare in via sperimentale le novità della riforma in esame in questo momento in Senato. Ma vediamo punto per punto le criticità sollevate dal Cspi. La prima: manca un monitoraggio nei confronti dei percorsi quadriennali già avviati nel 2017. A guardare i dati saremmo di fronte ad un fallimento annunciato. “Al momento – scrivono nella relazione i membri dell’organo di garanzia – con riferimento al Piano nazionale di sperimentazione avviato con il Decreto ministeriale 344/2021, si ha contezza solo di quanto emerge dai decreti di autorizzazione pubblicati dagli Uffici scolastici regionali: su mille potenziali nuove classi quadriennali, ne sono state autorizzate complessivamente per tutti gli indirizzi 243, mentre rispetto alle 192 classi autorizzate (poi 175 effettive), ai sensi dei Decreti ministeriali 567/2017 89/2018, è stato chiesto il rinnovo per 98 classi”.

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