Edilizia scolastica e Pnrr, in Italia più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale del progetto
Il XXIII report “Ecosistema Scuola”: nonostante lo stanziamento delle risorse, in Italia la realizzazione di nuove scuole è un miraggio: negli ultimi cinque anni è stato dello 0,6%
La fotografia è impietosa. Eccola: le scuole italiane sono in ritardo cronico su riqualificazione edilizia e servizi scolastici. Il sistema fa fatica a “mettere a terra” le risorse del Pnrr: più del 40% degli interventi sono bloccati nella fase iniziale del progetto. E poi ancora persistono i divari tra le diverse aree del Paese, con i maggiori ritardi che si registrano al Sud. InSicilia e Calabria una scuola su tre necessita di interventi urgenti di manutenzione e negli ultimi 5 anni non sono state costruite nuove scuole. Lo scenario è quello di un Meridione nel quale i servizi scolastici sono poco garantiti, e la mobilità sostenibile viaggia a livelli bassi. Ma preoccupa anche la situazione del centro Italia colpito dal sisma del 2016 dove l’obiettivo messa in sicurezza delle scuole è ancora lontano.
Il rapporto
In occasione della giornata internazionale dell’educazione, mercoledì 24 gennaio, Legambiente ha pubblicato il XXIII report “Ecosistema Scuola”, con dati che, sebbene di due anni fa, forniscono indicazioni comunque significative. Sotto la lente dell’associazione attiva nella tutela dell’ambiente 6.343 edifici scolastici, di competenza di 93 comuni capoluogo di provincia (sui 110 esistenti, pari quindi all’85%), frequentati da oltre 1,2 milioni di studenti.
Il nodo della messa in sicurezza delle scuole del Centro Italia colpito dal sisma 2016
Legambiente ricorda che in Sicilia e Calabria – dove tutti i capoluoghi di provincia, con la sola eccezione di Caltanissetta, sono in area sismica 1 e 2 – mediamente, nel 65% dei casi non è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Sul fronte messa in sicurezza, altro osservato speciale è il Centro Italia colpito dal sisma 2016 dove negli ultimi 5 anni gli edifici in cui sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico sono solo il 3,4%.
I punti deboli del Sud: dal tempo pieno agli impianti sportivi
Un’altra nota dolente riguarda i servizi scolastici che nonostante rappresentino una parte importante per la crescita, la socialità e l’inclusione tra i ragazzi sono poco garantiti nelle scuole del Sud della Penisola. Il tempo pieno è praticato mediamente solo nel 20% delle scuole del Sud e delle Isole, contro una media del 35% delle classi del Centro Nord. Grandi assenti anche le palestre e gli impianti sportivi: nel Sud Italia una scuola su due non ha palestre o impianti sportivi e dove gli impianti sono funzionanti, quelli che sono aperti oltre l’orario scolastico sono a poco più del 40% nelle città del Sud e del 33% nelle Isole, contro l’oltre 60% nei capoluoghi di provincia del Centro-Nord.
La partita sui fondi del Pnrr
A fronte di ciò se, osserva Legambiente, le risorse stanziate con il Pnrr dovrebbero rappresentare in generale un’importante opportunità per rinnovare in tutta la Penisola la qualità degli edifici e dei servizi scolastici attraverso nuove scuole e più servizi tra cui tempo pieno, palestre, mense e asili nido. Secondo l’associazione ambientalista, ammonta a 6 milioni di euro l’entità di fondi necessari a singola scuola mediamente. Investimenti che occorre programmare in un medio lungo periodo e che difficilmente si possono trovare nei bilanci ordinari dei Comuni, se non accedendo a fondi nazionali. Nonostante lo stanziamento delle risorse, in Italia la realizzazione di nuove scuole è un miraggio: negli ultimi 5 anni è stato dello 0,6%.
Nell’ambito mense e diritto tempo pieno, ammontano a 519 milioni di euro i fondi stanziati dal Piano per 767 nuove realizzazioni o ampliamenti/potenziamenti di spazi mensa. Sembrano aver fatto richiesta di questo tipo di finanziamenti in maniera importante le regioni del Sud e delle Isole, che attualmente non superano una media di classi a tempo pieno nel 20% dei casi. Un incremento che dovrebbe muovere il basso dato di edifici con mensa scolastica che mediamente al Nord è presente in 3 scuole su 4 mentre nelle Isole, nemmeno nella metà degli edifici.
Quanto invece alle infrastrutture per lo sport, l’investimento complessivo del Pnrr per la costruzione o la ristrutturazione di edifici nuovi o adattati, adibiti a palestre o impianti sportivi è di circa 350 milioni per 445 progetti, di cui più della metà nelle regioni del Sud e delle Isole che in parte dovrà colmare divari infrastrutturali anche se in realtà sono presenti carenze un po’ in tutta la penisola, con 1 scuola su 2 che non ha la palestra e che vede in un impianto su tre la necessità di manutenzione urgente (al Sud diviene quasi uno su due).
Scuola e ritardi della transizione ecologica
C’è poi il punto debole della transizione ecologica degli edifici. A livello nazionale, nel 2022 gli edifici costruiti secondo i principi di bioedilizia rimangono relegati al 1,3% del totale. L’efficientamento energetico, pur affrontato da alcune amministrazioni su un numero consistente di edifici di propria pertinenza, riguarda solo il 12,7 % del totale degli edifici scolastici tra quelli realizzati negli ultimi 5 anni, distribuito in modo piuttosto disomogeneo. Questo a fronte di un dato sconfortante rispetto alla pressione del problema energetico: di tutti gli edifici scolastici, solo il 5,4 % si trova in classe A, mentre ben il 73% in classe E, F e G. Nota positiva riguarda invece l’interesse delle amministrazioni (90%) a realizzare comunità energetiche scolastiche.
Mobilità collettiva, servizi concentrati al Nord
Le scuole in cui è presente un servizio di mobilità collettiva, fattore che potrebbe migliorare molto la congestione delle nostre città, sono ancora solo un 20,8% per gli scuolabus e il 10,7% per le linee scolastiche. Sempre molto bassi e concentrati al Nord i servizi di pedibus (4,1%) e bicibus (0,2%), che pure potrebbero rappresentare una mobilità non solo sostenibile ma anche più salutare e divertente. Sul fronte sicurezza, gli edifici scolastici posti all’interno di isole pedonale sono l’1,9%, in ZTL il 4%, in Zone 30 il 13,6%, in strade scolastiche il 6,9%.
Le buone pratiche: da Trento e Bolzano ad Arezzo
In questo scenario caratterizzato da non pochi punti deboli, non mancano le buone pratiche: dalle scuole di Trento e Bolzano in prima linea sul servizio mense scolastiche a km zero, alla scuola secondaria di primo grado Carducci-Purgotti di Perugia nata dove l’edificio scolastico di via Fonti Coperte era stato dichiarato inagibile a seguito del sisma del 2016 al servizio “Nidi comunali gratuiti per tutti” attivato a Mantova nel 2021 e nel 2022. Sul fronte mobilità collettiva, si distinguono Prato, Torino e Lecce per attività di scuolabus e pedibus. La scuola secondaria “IV Novembre” di Arezzo per progetto di rigenerazione urbana, mentre a Roma prende il via primo laboratorio delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili), riguarda progetti sugli edifici scolastici, che l’amministrazione vuole realizzare uno per municipio, per sperimentare questi nuovi modelli di condivisione di energia.