Valutazione scuola, Valditara: basta con definizioni incomprensibili tipo avanzato e intermedio
Valutazioni scuola primaria, cosa cambierà? Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato un’intervista a Il Gazzettino di Venezia in cui ha detto la sua opinione in modo netto: a suo avviso alle elementari si dovrebbero usare valutazioni “semplici”.
Valditara, in merito alla valutazione alla scuola primaria, è deciso: “Cambieremo il sistema di valutazione alla scuola Primaria. Basta con le definizioni incomprensibili tipo ‘avanzato’, ‘intermedio’, ‘base’, ‘in via di prima acquisizione’. Al di là del giudizio analitico, vogliamo che alle Elementari le valutazioni siano chiare, semplici: ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente”.
Valutazione scuola primaria, l’opinione dell’esperto
Ieri Cristiano Corsini ha commentato il dibattito in merito alla valutazione nella scuola primaria. Come abbiamo scritto, fra le forze di maggioranza è stata trovata una “sintesi”: si cancella la “riforma Azzolina” che prevedeva giudizi descrittivi, ma non si torna al voto numerico introdotto ai tempi della ministra Gelmini.
Ecco l’opinione di Corsini: “Si tratta di un passo indietro, per sostenere una valutazione formativa serve uno sviluppo delle competenze dei docenti e servono investimenti. I voti sono più semplicistici, costano meno. Questo è un fatto al ribasso sulla pelle degli studenti. Abituarsi al fallimento? Non è una cosa positiva, dovremmo smetterla. Se il voto funzionasse, noi ce ne accorgeremmo. Purtroppo non mi pare che funzioni così bene. Stiamo insistendo su una strada sbagliata solo perché non mette in discussione le nostre routine. Il voto è un capriccio degli adulti”, ha concluso.
Di questo emendamento si era molto parlato nelle settimane scorse anche perché era stata la stessa sottosegretaria Frassinetti, insieme con diversi parlamentari di Fratelli d’Italia, a ribadire che prima o poi si sarebbe dovuti ritornare al voto numerico anche nella scuola primaria.
In pratica si dovrebbe ritornare al “buono, ottimo, distinto, discreto, sufficiente” e altri termini simili. La notizia di questa proposta del Governo sta ricevendo commenti contrastanti. Molte associazioni professionali dei docenti parlano di un “passo indietro” e di un ritorno a vecchie logiche antipedagogiche. Ma sui social si leggono anche tanti commenti di insegnanti che si dicono soddisfatti (“Era ora” esclamano in tanti).
La sottosegretaria lo scorso novembre ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Fatto Quotidiano: “L’idea di tornare al voto o al giudizio tradizionale (insufficiente, discreto, ottimo) nasce dall’ascolto di tantissime famiglie che non comprendono appieno gli attuali giudizi così come anche di molti maestri e maestre. Non capisco quale sia il timore nel ripristinare una valutazione più chiara. Nella vita i voti arrivano in ogni caso inesorabili e abituarsi da bambini è un modo per prepararsi alle valutazioni future, certo con questo nessuno vuole drammatizzare il brutto voto ma far capire che c’è la possibilità serenamente di poter migliorare”.
Iscrizioni scuola 2024/2025, il commento di Valditara
Valditara, all’indomani della pubblicazione dei dati relativi alle iscrizioni 2024/2025, ha anche parlato delle novità in merito alle iscrizioni, soprattutto sulla riforma del 4+2.
Ecco le sue parole: “Il risultato è al di là delle nostre aspettative. Pensavamo di avere un migliaio di iscritti sulla formula dei quattro anni più due, che come è noto è una sperimentazione. Abbiamo avuto 1669 richieste, un risultato importante del quale sono grato alle scuole che si sono candidate e alle famiglie che ci hanno creduto. Per valutare questo risultato le fornisco un dato: i nuovi quadriennali di filiera sono stati scelti dallo 0,72% e dallo 0,96% di quanti hanno fatto rispettivamente iscrizione all’istruzione tecnica e a quella professionale. La sperimentazione Bianchi del diploma in 4 anni, decisa nel 2021, ha avuto per i tecnici lo scorso anno 0.41% delle iscrizioni, lo 0,18 per i professionali, mentre l’anno prima si fermò per i tecnici allo 0,28%”.
“Devo dire che abbiamo avuto ottimi risultati al Sud, che ha risposto benissimo. Ma anche nel Lazio, in Lombardia, in Emilia. In generale è un passaggio importante, per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro”, ha aggiunto.