Graduatoria interna di istituto, docente neo immesso e neo trasferito: chi sta in coda?

di Lara Sardi, Scuola in Forma

 

Tutto il personale di ruolo deve inoltrare domanda per aggiornare o inserirsi nella graduatoria interna d’istituto della scuola in cui è titolare: la tempistica delle domande sarà indicata dall’ordinanza ministeriale che disciplinerà la mobilità 2024 e di cui siamo in attesa. Ogni istituto scolastico ha il compito di predisporre ogni anno tale elenco graduato in relazione ad ogni classe di concorso e tipologia di posto che costituiscono l’organico dell’autonomia. Chi tra i docenti che ha ottenuto trasferimento per il corrente anno scolastico 2023/24 e chi tra i neoassunti lo scorso settembre si ritroverà in coda? Capiamolo in seguito qui di seguito.

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Come si costituisce la graduatoria interna di istituto

La posizione occupata dai docenti titolari nella graduatoria interna di istituto è fondamentale in primo luogo per determinare gli eventuali insegnanti perdenti posto, perché in esubero rispetto all’organico dell’autonomia di una determinata scuola a seguito della contrazione del numero di cattedre. Tutti i docenti  a tempo indeterminato che risultano titolari nell’istituto devono essere inseriti nell’elenco graduato, compresi i docenti assenti per malattia, congedo, aspettativa o che sono in assegnazione o utilizzazione presso altra scuola (gli insegnanti che a loro volta, quindi, sono in assegnazione/utilizzazione devono presentare domanda nell’istituto in cui hanno la titolarità).

Chi diventa eventuale perdente posto tra neo immesso e neo trasferito

A determinare tale posizione e il relativo inserimento in graduatoria è in primo luogo il punteggio di ogni docente, definito in base alla tabella in merito del CCNI. Oltre a ciò, però, risulta determinante l’anno scolastico in cui si è acquisita la titolarità nella scuola, sia per recente trasferimento, sia per immissione in ruolo.

Tali docenti neo immessi o neo trasferiti, infatti, sono inseriti nella graduatoria interna di istituto in coda rispetto a tutti i colleghi facente parte dell’organico, indipendentemente dal loro punteggio. Chi sarà l’insegnante perdente posto nel caso in cui si riscontrerà una contrazione di organico per un determinato ruolo/cattedra? In questo caso sarà determinante il punteggio: il docente in coda, con un punteggio maggiore non diventerà soprannumerario. Non si salva, pertanto, chi è da più anni di ruolo: se il neo immesso ha molti anni di servizio da precario e vari titoli culturali che gli permettono di maturare un punteggio superiore al collega trasferito, sarà quest’ultimo ad essere in esubero. A parità di punti, invece, prevale chi ha la maggiore età.

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