Scadenza isee 2024 assegno unico: ecco cosa succede per chi non lo presenta entro fine febbraio

By Sergio De Napoli miuristruzione.

Per ricevere l’Assegno Unico Universale per i figli a carico è fondamentale presentare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) aggiornato entro il 29 febbraio 2024.

L’Assegno Unico Universale, istituito con il decreto legislativo n. 230-2021, è un sostegno economico universale destinato a tutte le famiglie con figli a carico, sostituendo forme precedenti di supporto finanziario.

L’assegno è erogato per figli minorenni, maggiorenni fino a 21 anni se in formazione, tirocinio, lavoro con reddito inferiore a 8.000 euro, in cerca di lavoro o impegnati nel servizio civile universale, e per figli con disabilità, senza limiti di età.

Consiste in una quota base e una quota variabile, calcolate in base all’ISEE familiare, con importi progressivamente ridotti al diminuire del reddito. Sono previste maggiorazioni per famiglie con più figli, famiglie monogenitoriali e figli con disabilità.

Gli importi dell’assegno e le soglie ISEE vengono rivalutati annualmente in base all’indice ISTAT e che l’assegno non influisce sul calcolo del reddito familiare.

Chi non presenta l’ISEE entro il termine del 29 febbraio rischia di ricevere il pagamento minimo a marzo, pari a 57 euro. Tuttavia, esiste una finestra suppletiva: presentando l’ISEE entro il 30 giugno 2024, gli importi erogati saranno adeguati a partire da marzo 2024, con arretrati dovuti.

Per quanto riguarda la domanda, è previsto il rinnovo automatico per chi già riceve l’assegno unico. Non è necessaria una nuova domanda, ma è importante comunicare eventuali variazioni tramite la presentazione di una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) aggiornata.

L’INPS ha recentemente aggiornato gli importi dell’Assegno Unico e le relative soglie ISEE per il 2024, considerando un aumento del 5,4% registrato dall’ISTAT. L’importo base parte da 57 euro a figlio, in assenza di ISEE o con un valore pari o superiore a 45.574,96 euro, con variazioni in base al numero di figli, all’età e a eventuali disabilità riconosciute.

 

 

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