Bocciatura alunno. Quando la richiesta viene dai genitori-clienti
dal blog di Gianfranco Scialpi
Bocciatura alunno. Il caso di un insolita richiesta proveniente dai genitori su ItaliaOggi (sezione lettere 27.02.24). La decisione spetta sempre agli insegnanti. I genitori-clienti, però minacciano.
Bocciatura ragazzo. La richiesta dei genitori
Bocciatura alunno. Questa volta è la famiglia a chiederla. La vicenda è resa nota da ItaliaOggi (sezione lettere). Ecco qualche passaggio: ” I genitori di un alunno … hanno richiesto la bocciatura del proprio figlio, che a causa di seri problemi di salute non ha frequentato molto e segue la programmazione con Pdp… i genitori minacciano ricorsi“, considerando che il consiglio d’interclasse intende procedere con la promozione.
Caso particolare che conferma il profilo di cliente dei genitori
La risposta dell’esperta presenta la complessità della bocciatura, aggiungendo che “qualunque sia la decisione dei docenti essa dovrà avere una valida motivazione” per evitare contenziosi con la famiglia. Correttamente Laura Razzano (l’esperta) fa presente una recente sentenza del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento ( 3 ottobre 2023) che ha dato ragione ai genitori richiedenti la bocciatura.
Ora nel nostro sistema giudiziario una sentenza non fa legge. Può essere tenuta in conto, ma non vincolare pronunciamenti successivi.
L’azienda è tenuta a soddisfare le richieste del cliente. Generalmente la progettazione di un nuovo prodotto è preceduta sempre da un indagine di mercato. Questa non viene poi abbandonata. Accompagna sempre la fase di produzione, in modo da rendere interessante e desiderabile il prodotto.
In sintesi l’azienda deve anticipare, seguire e soddisfare il cliente.
Nel caso presentato sopra ci troviamo di fronte a un profilo dei genitori molto vicino a quello del cliente. Essi, pur inesperti di pedagogia e didattica, chiedono alla scuola-azienda di soddisfare la domanda di bocciatura. Se questa non viene accolta, allora si ricorre al Tar… Sicuramente questa conferma che la scuola è sottoattacco, sia che decida per una bocciatura o per una promozione. Da qui la sensazione di percepirsi come una variabile dipendente dalle desiderata dei genitori. Altro che autonomia!”