Giovani italiani: poca istruzione e nessuna istruzione per il 31%

Istat Istruzione

Nel 2022, in Italia, il 31% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non partecipa ad alcun corso di istruzione o formazione, contro il 20,2% della media europea.

 

Istruzione e formazione rappresentano ambiti di particolare importanza, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza, sia per la valorizzazione del capitale umano.
I Titoli di studio più elevati sono associati a maggiori opportunità di lavoro, più alte retribuzioni, migliori condizioni di salute e maggiore impegno sociale dell’individuo, con ricadute positive sull’intera collettività.
Il miglioramento del livello di istruzione e della formazione ha assunto, pertanto, un ruolo fondamentale nelle politiche economiche e sociali dell’Unione europea, fino a costituire parte integrante di Europa 2020, la strategia decennale per la crescita e l’occupazione, varata nel 2010 dall’Ue, con l’obiettivo di creare le condizioni per uno sviluppo intelligente, sostenibile e solidale. Segue ora un nuovo quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione, che definisce i livelli di riferimento medi europei da raggiungere nel 2030, e ai quali ogni Stato Membro dovrà contribuire.

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In breve

    • Nel 2021, in Italia, la spesa pubblica per istruzione rappresenta il 4,1% del Pil, a fronte di una media Ue del 4,9%.
    • Nel 2022, la quota di adulti con, al più, la licenza media, è stimata al 37,4%. La quota è maggiore nella componente maschile (40,1%), rispetto a quella femminile (34,8%).
    • Nel 2022, la percentuale di giovani d’età tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è dell’11,5%. Nel Mezzogiorno, l’incidenza raggiunge il 15,1%.
    • Nel 2022, in Italia, i giovani tra i 30 e i 34 anni con un titolo di studio terziario sono il 27,4%; quelli tra i 25 e i 34 anni sono il 29,2%. In entrambe le classi di età, Il divario di genere è molto ampio e a favore delle donne.
    • Nel 2022, i Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0% della popolazione d’età tra i 15 e i 29 anni. Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord.
    • Nel 2022, la partecipazione degli adulti alle attività formative interessa il 9,6% della popolazione d’età tra i 25 e i 64 anni. La quota resta stabile, rispetto al 2021, anno nel quale si è registrato un importante aumento dopo il significativo calo del 2020, dovuto certamente alle limitazioni governative agli spostamenti e alle attività imposte per arginare la pandemia COVID-19.

ITALIA UNO SGUARDO D’INSIEME

La spesa in istruzione permette di valutare le politiche attuate in materia di crescita e valorizzazione del capitale umano. Nel 2021, in Italia, l’incidenza della spesa pubblica in istruzione rappresenta il 4,1% del Pil.

Negli anni, vi è un progressivo miglioramento del livello di istruzione delle persone tra i 25 e i 64 anni.

Nel 2022, la percentuale di adulti poco istruiti è del 37,4%, con una quota di popolazione che ha conseguito al più il titolo di licenza media prevalente nella componente maschile (40,1%) rispetto a quella femminile (34,8%).

 

In Italia, nel 2022, la percentuale di giovani che abbandonano precocemente gli studi tra i 18 e i 24 anni d’età è del 11,5%, in calo rispetto alla stima del 2021. Il benchmark europeo per il 2030 è fissato al 9% dal nuovo Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione. L’abbandono precoce degli studi caratterizza più i ragazzi (13,6%) delle ragazze (9,1%).

Nel 2022, la quota di giovani in possesso di un titolo di studio terziario è del 27,4% tra i 30 e i 34 anni e del 29,2% tra i 25 e i 34 anni. In entrambe le classi di età, Il divario di genere è molto ampio e a favore delle femmine (rispettivamente il 33,8% verso il 21,0% dei maschi e il 35,5% verso 23,1% dei maschi). Il valore italiano è rimasto molto lontano dall’obiettivo medio europeo stabilito dalla Strategia Europa2020 (almeno 40%, nella classe di età 30-34 anni). Il benchmark europeo è stato attualmente ridefinito per il 2030 dal nuovo Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione; si fa ora riferimento alla classe di età tra i 25 ed i 34 anni e il valore target è fissato al 45%.

Nel 2020, il tasso di partecipazione al sistema di istruzione e formazione dei giovani nella fascia di età tra i 20 ed i 24 anni è al 37,4%.

Nel 2022, la quota di giovani che non lavorano e non studiano (i cosiddetti Neet) sulla popolazione di età tra i 15 e i 29 anni è stimata al 19,0% ed è più elevata tra le femmine (20,5%) che tra i maschi (17,7%).

Infine, nel 2022, la partecipazione degli adulti alle attività formative – fondamentale per favorire l’occupabilità degli individui e la loro vita sociale e relazionale – interessa il 9,6% della popolazione nella fascia d’età tra i 25 e i 64 anni (il 9,4% della componente maschile e il 9,9% di quella femminile). La quota resta stabile rispetto al 2021, anno nel quale si è registrato un importante aumento, dopo il significativo calo del 2020 dovuto certamente alle limitazioni governative agli spostamenti e alle attività imposte per arginare la pandemia da COVID-19.

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