Risultati Prove Invalsi 2024: al Sud meno di 1 studente su 2 è sufficiente in matematica

da sky tg 24

Solo il 39% degli studenti e delle studentesse di terza media nel Sud Italia raggiunge almeno il livello base in matematica. È quanto emerge dal Report Invalsi 2024, secondo cui quest’anno non si registra nessuna inversione di tendenza rispetto agli anni passati, nonostante si sia fermato il calo (in italiano e matematica) riscontrato tra il 2019 e il 2021. Il presidente Invalsi, Roberto Ricci, ha definito gli esiti di quest’anno “un dato allarmante”. In netto miglioramento invece le prove di inglese, sia listening che reading. I test Invalsi 2024 hanno coinvolto circa 1 milione di allievi e allieve della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570mila studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di allunni della scuola superiore.

Emergenza Matematica al Sud

Solo il 44% degli alunni di 15 anni del Mezzogiorno ha competenze di base di matematica. Come rivela il Report Invalsi 2024, nel Sud si registra una una vera e propria emergenza nell’apprendimento della materia. Le differenze tra l’Italia centro-settentrionale e quella meridionale rimangono consistenti, anche si evidenzia un calo nel Nord-Ovest e nel Centro. Come si legge nel rapporto, il 55% degli studenti e delle studentesse (+1 punto rispetto al 2022 e 7 rispetto al 2019) raggiunge almeno il livello base in matematica. Il divario nei risultati tra Centro-Nord e Mezzogiorno si riduce di qualche punto poiché solo le due macro-aree meridionali migliorano leggermente rispetto al 2023. La quota di allievi e allieve che raggiungono almeno il livello 3 diminuisce ulteriormente al Sud rispetto alle medie, passando dal 48% al 44%. Mentre initaliano quest’anno il 62% degli studenti e delle studentesse raggiunge almeno il livello base (-1 punto rispetto al 2023; -4 rispetto al 2022 e -8 rispetto al 2019).

Divario tra Nord e Sud Italia

Il rapporto 2024 evidenzia ancora un divario tra scuole e classi nelle regioni meridionali, in particolare per quanto riguarda la matematica e la prova di Listening di inglese. Nella macro-area Sud e Isole infatti, la la quota di chi non raggiunge il livello A1 è circa doppia rispetto al dato nazionale e più che doppia rispetto al Settentrione. “Ci sono forti divari territoriali che si nascondono anche all’interno dei grandi agglomerati urbani”, ha detto il presidente di Invalsi, riferendosi ai Comuni con più di 200mila abitanti. “Questo significa che è necessario un cambio di passo valutando caso per caso: la classe non deve essere un monolite”.

I risultati alle elementari: bene la matematica

Il rapporto Invalsi 2024 riscontra, in seconda elementare, una piccola inversione di tendenza dei risultati in matematica. Nonostante gli esiti siano ancora significativamente meno buoni di quelli registrati nel 2019 e nel 2021, i dati evidenziano un lieve miglioramento in questa materia che, se confermato anche nei prossimi anni, potrebbe portare a una vera ripresa. È in crescita, rispetto al 2023, la percentuale di studenti e studentesse che raggiunge almeno il livello base in matematica: circa il 67%. Nel 2023 era il 64% e nel 2022 il 71%.

Risultati meno soddisfacenti in italiano. Dal 2022 continua a diminuire la quota di alunni che raggiungono almeno la fascia base in questa materia: si tratta del 67%. Nel 2023 il valore si attestava al 69%, nel 2022 al 73%.

L’andamento degli esiti di quinta elementare è differenziato in base alla disciplina, ma prevalgono le note positive, soprattutto in matematica e inglese, dove si riscontra una inversione nell’andamento dei risultati. In Italiano circa il 75% (era il 74% nel 2023 e l’80% nel 2022) raggiunge almeno il livello base; in Matematica circa il 68% (era il 63% nel 2023 e il 66% nel 2022); in Inglese-Reading il 95% (era l’87% nel 2023, il 94% nel 2022); in Inglese-Listening l’86% (era l’81% nel 2023 e l’85% nel 2022).

risultati in terza media: male l’italiano

Peggiorano le performance degli studenti di terza media in italiano. A livello nazionale gli studenti e le studentesse che raggiungono risultati sufficienti in questa materia sono il 60%. Si tratta di -2 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Il Report 2024 evidenzia che nelle regioni del Nord e del Centro si assiste a un progressivo e debole peggioramento, mentrenelle regioni del Sud a una complessiva stabilità dal 2021.

Risultati analoghi a quelli del passato si registrano in matematica, con un 56% (lo stesso di 2021, 2022 e al 2023). Mentre in diverse regioni del Mezzogiorno meno del 50% degli studenti raggiunge in questa materia almeno il livello di base.

In inglese la situazione è invece in netto miglioramento. I risultati parlano di un 82% (+2 punti percentuali rispetto al 2023, +4 rispetto al 2022 e +6 rispetto al 2021) nel test di Reading e di un 68% nella prova di Listening (+3 punti rispetto al 2023, +6 rispetto al 2022 e +8 rispetto al 2021).

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I risultati alle superiori

I risultati in matematica e italiano per i ragazzi dell’ultimo anno delle superiori sono stabili dal 2021 al 2023 e in miglioramento per il 2024. Si tratta comunque di numeri lontani da quelli registrati nel 2019.

In italiano il 56% degli alunni raggiunge almeno la sufficienza (+5 punti rispetto al 2023, +4 punti rispetto al 2022). Il divario massimo tra Nord e Sud scende dai 23 punti del 2023 ai 21 punti del 2024.

In matematica sembra esserci un leggero miglioramento con il passaggio al 52% (dopo tre rilevazioni stabili al 50%) della quota di allievi con le competenze base. Il divario massimo tra Nord e Sud scende dai 31 punti del 2023 ai 27 punti del 2024, ancora molto ampio, ma comunque in miglioramento.
In inglese, il 60% di studenti e studentesse raggiunge i traguardi (B2 per l’istruzione tecnica e liceale e il B1+ per quella professionale) nella prova di Reading (+4 punti percentuali rispetto al 2023) e il 45% in quella di Listening (+3 punti percentuale rispetto al 2023). Per quanto riguarda la seconda tipologia di prova, la differenza della quota di allievi che raggiunge i traguardi prescritti è di 31 punti percentuali tra il Nord e il Mezzogiorno.

La dispersione scolastica al 6,6% nel 2024

Stando ancora al Report Invalsi 2024, solo il 6,6% degli studenti e delle studentesse in Italia non raggiunge le competenze minime “accettabili”: si tratta del valore più basso di dispersione scolastica implicita da quando è iniziata la sua rilevazione nel 2019. Solo in due regioni italiane, Campania e Sardegna, è rimasta sopra il 10%.

Cinque anni fa, invece, la dispersione si attestava al 7,5%; poi è salita al 9,8% nel 2021, anche a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. È passata al 9,7% nel 2022 e poi ha raggiunto l’8,7% nel 2023. Come riferisce il rapporto, a inizio secolo la dispersione era di oltre il 25%.

Valditara: “Miglioramenti nei test fin dalla primaria”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha commentato i risultati dei test Invalsi alla Camera dei deputati. “Mostrano un importante miglioramento sin dalla scuola primaria. Questi segnali di miglioramento vengono per alcuni temi particolarmente delicati che ci hanno visto sempre in fondo alle classifiche internazionali e vedono l’inizio di una svolta”, ha detto il ministro.

Valditara: “I divari non si risolvono i pochi mesi”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha poi commentato il divario tra Nord e Sud Italia in alcune materie. “È ovvio che ci siano dei divari, non si risolve tutto in pochi mesi. C’è un miglioramento netto a favore delle regioni del Mezzogiorno e quindi vuol dire che le politiche intraprese sono quelle giuste”.

Valditara: “Clamorosi i risultati sulla dispersione scolastica”

“Sulla dispersione implicita ed esplicita si hanno dati clamorosi perché la dispersione implicita è del 6.6 per cento al 31 maggio 2024. Era dell’8.7 nel 2023, e ancora più importante era del 7.5 nel 2019. Abbiamo miglioramento di quasi un punto percentuale rispetto a prima della pandemia. Interessanti sono anche i dati della quota di studenti con buoni o ottimi risultati, 15.1 per cento nel 2024 rispetto al 13.3 per cento nel 2023. Ma soprattutto la quota di studenti con buoni o eccellenti risultati aumenta nel sud del Paese”. Così il ministro Giuseppe Valditara ha commentato i dati sulla dispersione scolastica in Italia. Sull’abbandono della scuola “i dati sono riferiti al 2023, abbiamo 10.5 per cento rispetto a 11.2 del 2022, ma uno studio di Invalsi prevede che nel 2024 ci sia una dispersione esplicita del 9.4 per cento”. Poi ha aggiunto: “L’obiettivo Pnrr 2026 è del 10.2 e lo abbiamo già raggiunto nel 2023, nel 2024 siamo quasi all’ obiettivo 2030 che è del 9%. Questo comporta che dobbiamo continuare nel rafforzamento della scuola elementare perché si è visto che è un percorso fondamentale per costruire basi solidi. Dobbiamo realizzare al più presto il potenziamento dell’italiano per gli studenti stranieri perché abbiamo visto che è una sfida irrinunciabile e chi non lo capisce meglio che non si occupi di scuola. Mi auguro che il decreto legge possa essere approvato in tempi rapidi perché ci sono misure che partiranno già dal prossimo anno e nel 2025-26 immetteremo questi docenti specializzati, reclutati appositamente, per l’insegnamento dell’italiano potenziato per gli studenti stranieri”.

Gli obiettivi secondo il ministro Valditara

Valditara ha poi ribadito che è necessario “investire in Agenda sud che dimostra di funzionare, dobbiamo estendere i tutor, avere le risorse per estenderli anche alla scuola media”. Il ministro ha precisato anche che “dobbiamo realizzare Agenda nord perché paradossalmente ancora qualche criticità si realizza nelle grandi periferie e nelle città del nord. Dobbiamo attuare rapidamente, estendere più possibile la riforma dell’istruzione tecnico professionale dove abbiamo previsto il potenziamento dell’italiano, della matematica e dell’inglese”. Il ministro ha poi ricordato che bisogna “insistere sul potenziamento della didattica innovativa, sempre più tecnologica, con l’intelligenza artificiale che sia al servizio della personalizzazione degli apprendimenti”.

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Valditara: “Grande fiducia nella scuola italiana”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha poi precisato che “di fronte a certe indagini che sono state pubblicate nei giorni scorsi in cui ci sarebbe un calo della fiducia delle famiglie e dell’opinione pubblica nei confronti dei docenti italiani voglio dire il contrario: ho grande fiducia nella scuola italiana, nel lavoro che fanno gli insegnanti. Perché questi straordinari risultati sono il frutto di una serie di provvedimenti che abbiamo adottato, ma sono anche il frutto della competenza, dell’entusiasmo, della passione che vedo girando le scuole di tutta Italia, di docenti e dirigenti e tutti coloro che sono deputati a fare crescere i nostri ragazzi”. Il ministro ha poi ringraziato la scuola italiana “per quello che ha saputo fare anche negli anni difficili del Covid e negli anni della ripresa per raggiungere risultati che ci mettono sempre più al pari con i migliori paesi d’Europa”.

Fontana: “L’educazione è la chiave per rafforzare”

Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha commentato i risultati delle prove Invalsi. “In questi ultimi anni si sono accentuate le disuguaglianze presenti nel Paese, che tuttora penalizzano chi vive in contesti di povertà economica o arretratezza sociale, impedendo loro di accedere a un’offerta formativa adeguata. Piero Calamandrei, padre costituente, sosteneva: ‘Non si ha vera democrazia là dove l’accesso all’istruzione non è garantito in misura pari a tutti’. Serve, dunque, un forte e costante impegno per far sì che l’educazione continui a essere la chiave con cui rafforzare sempre di più la nostra democrazia”, ha detto Fontana. “A tal fine, è auspicabile l’adozione di politiche educative in grado di garantire a tutti gli studenti le stesse opportunità di formazione, che sono indispensabili per acquisire quelle competenze necessarie alla loro crescita individuale e collettiva – ha aggiunto – Sono certo che le indicazioni fornite dall’Istituto Invalsi potranno dare un contributo significativo per superare le disparità esistenti e migliorare i processi di insegnamento e apprendimento”.

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