Scuola, rientro in classi bollenti
di Salvo Intravaia, la Repubblica
Sono solo 15mila in tutti gli edifici scolastici: concentrati però nelle presidenze, nelle segreterie scolastiche e nelle vicepresidenze. Nelle aule non c’è nulla per difendersi dal cambiamento climatico
Aule piene di Lim e digital board, ma senza condizionatori d’aria. E il rientro a scuola di sette milioni di alunni italiani si preannuncia caldissimo. Soprattutto nelle regioni meridionali dove il caldo non ha dato tregua e la siccità che sta funestando i raccolti si aggiunge ai tanti problemi della scuola statale.
La prima campanella del nuovo anno
Al suono della prima campanella mancano tre settimane scarse: il prossimo 5 settembre ritorneranno a scuola gli alunni della provincia autonoma di Bolzano e il 9 i compagni della provincia di Trento. Tra l’11 e il 12 settembre sarà la volta di scolari e studenti di mezza Italia: Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto. Gli ultimi a tornare fra i banchi, il 16 settembre, gli alunni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana. Ma ancora le temperature sono roventi.
15 mila condizionatori in tutto
Il Coordinamento nazionale docenti dei Diritti umani (Cnddu) denuncia la presenza di circa 15mila condizionatori d’aria nelle scuole italiane, ma concentrati nelle presidenze, nelle segreterie scolastiche e nelle vicepresidenze. Nelle aule scolastiche la presenza dei condizionatori d’aria è quasi nulla. Secondo la normativa vigente, la temperatura consigliata in classe nei mesi caldi dovrebbe essere di 24/26 gradi con una umidità relativa del 50/60%. Ma i cambiamenti climatici stanno mettendo a nudo le carenze delle scuole italiane, antiquate e obsolete. I dati forniti dal ministero dell’Istruzione e del merito lo confermano. I plessi scolastici che possono contare su dispositivi per il condizionamento dell’aria o per la ventilazione sono poco più di 2mila e 500 su oltre 40mila: sei su cento. I numeri, caricati sulla banca dati di viale Trastevere direttamente dagli enti locali proprietari degli immobili, non specificano dove sono concentrati i condizionatori d’aria negli istituti.
Aule roventi
Intanto, da oggi 26 agosto 384mila studenti della scuola superioreincappati a giugno nella “sospensione del giudizio”, meglio conosciuta come rimandatura a settembre, dovranno dimostrare ai professori di avere recuperato le lacune che li hanno costretti a studiare d’estate. A casa, quasi certamente, con l’aria condizionata. Ma quando questa mattina e nei prossimi giorni torneranno a scuola troveranno aule roventi. L’unica speranza è che il clima, che in Italia mostra evidenti segni di cambiamento e di tropicalizzazione, conceda una tregua.
Edifici che hanno almeno 50 anni
Del resto, il grosso dei plessi scolastici italiani, quasi sei ogni dieci, è stato concepito e realizzato prima del 1975. Edifici che hanno quasi cinquant’anni di età, quando i condizionatori non facevano parte degli elettrodomestici di uso comune nelle case degli italiani. E se i fondi europei hanno provveduto a dotare le classi di lavagne digitali e computer portatili non è stato così per i dispositivi che rendono abitabili le classi quando le temperature schizzano in alto. Ci avrebbero dovuto pensare gli enti locali proprietari.