Valditara ‘bocciato’ in Educazione civica: il Cspi dà parere negativo sulle nuove linee guida

di Salvo Intravaia, la Repubblica

Il Consiglio superiore della Pubblica istruzione: nel decreto manca il riferimento esplicito al rifiuto di ogni forma di discriminazione e violenza di genere

In arrivo un’altra bocciatura sulla scuola per il governo Meloni. Il Cspi (il Consiglio superiore della Pubblica istruzione) esprime parere negativo sul decreto che adotta le nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica, quelle che introducono tra gli altri il valore di Patria da trasmettere agli alunni italiani. Il parere non è vincolante, ma ha un grande valore politico.

Linee guida irrispettose del lavoro dei docenti

Le nuove linee guida che da quest’anno sostituiranno quelle emanate nel 2020 sono state valutate come irrispettose del lavoro dei docenti, ideologicamente tarate da privatismo, contenutisticamente venate da individualismo e solo formalmente, ma non sostanzialmente, coerenti con i valori della Costituzione. Una stroncatura che coinvolge anche il concetto di Patria, introdotto tra le nuove competenze, perché secondo i componenti del Cspi non si tratterebbe di una competenza. Lungo, articolato e dettagliato il parere sullo schema di decreto del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che adotta il nuovo canovaccio sul quale i docenti italiani dovranno programmare le 33 ore annue di Educazione civica nel primo e secondo ciclo.

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L’Educazione civica non è solo una disciplina

Il Cspi evidenzia che le vecchie linee guida assunte dalle scuole e oggetto di approfondita attività di formazione, non richiedevano particolari revisioni. Ma non solo. Il massimo organo consultivo, che l’esecutivo ha provato a modificare nella sua composizione, effettua una precisa e puntuale disamina delle numerose criticità riscontrate nel testo del provvedimento, focalizzando l’attenzione su di una serie di mancanze, appesantimenti, espressioni e riferimenti presenti. E sottolinea che l’Educazione civica non può essere considerata solo come una disciplina, in quanto, attraverso apprendimenti formali, non formali e informali, permette lo sviluppo della cittadinanza, della responsabilità e dell’etica pubblica fondate sui valori condivisi della Costituzione.

Trascurata l’educazione contro discriminazione e violenza di genere

In relazione alle numerose e rilevanti criticità evidenziate e alle osservazioni formulate, il Cspi – si legge nel testo del parere espresso tra il 27 e il 28 agosto scorsi – non può esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto in oggetto e invita l’amministrazione a rivederlo alla luce delle argomentazioni fin qui illustrate”.
Il parere evidenzia in più punti la mancanza di un preciso riferimento esplicito all’educazione contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere. Mentre stigmatizza la fuga in avanti sulle questioni economiche e finanziarie. Fuori dai tecnicismi, il decreto formulato dagli uffici di viale Trastevere sarebbe zeppo di imprecisioni, carenze ed espressioni retoriche. Un pasticcio che avrebbe bisogno di una approfondita rivisitazione prima che migliaia di docenti italiani si cimentino nell’applicazione delle nuove linee-guida.

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