Nella scuola senza smartphone torna l’ora di educazione civica

di Viola Giannoli, la Repubblica

Ricompare il diario, slitta la multa a chi assale i prof. Alla vigilia dell’avvio delle lezioni guida alle riforme fatte e a quelle solo annunciate

 

Come sarà la scuola del 2025? Cosa troveranno sette milioni di studenti nel terzo anno d’istruzione (e merito) a guida Valditara? E che fine hanno fatto il voto in condotta, i lavori utili, le misure antibullismo, la battaglia agli smartphone, l’educazione affettiva e l’intero pacchetto di riforme e controriforme annunciate? Spoiler: ci sono almeno quattro novità, ma non tutti i tormentoni sono pronti al debutto.

La riforma di tecnici e professionali

Ad esempio lo ha fatto per ultima, ma è giunta a dama la riforma della formazione tecnologica e professionale: il 4+2 è realtà per circa tremila studenti di 150 scuole. Cosa cambia? I percorsi di studio degli istituti tecnici e professionali passano da 5 a 4 anni. Dopo il diploma si potrà accedere direttamente agli Its Academy per altri due anni. Le imprese, e questo è uno dei nodi problematici, saliranno in cattedra dove le competenze dei docenti non dovessero bastare. E nasceranno i campus, reti che collegano Its, Academy e centri di formazione professionale. Ore di studio saranno destinate ad attività legate al territorio e l’alternanza scuola-lavoro prenderà più piede. L’obiettivo, per il Mim, è colmare il gap tra domanda e offerta, aiutando «i giovani a trovare un futuro» e «le aziende a coprire i posti». Un modello di scuola che Valditara chiama «professionalizzante», i suoi critici «aziendalista e classista».

Parte il liceo made in Italy

Altra novità delle superiori è il liceo del Made in Italy che ha rischiato di non partire per carenza di adesioni. Cinquecento gli iscritti, il governo ha dovuto derogare al numero minimo di studenti per classe: 17 e non 27.

Educazione civica al via con polemica

«La valorizzazione del lavoro da insegnare già a scuola» è pure tra le parole chiave, intrise dalla cultura della destra al governo, della nuova Educazione civica che per un’ora a settimana verrà insegnata da quest’anno alle elementari, alle medie e alle superiori. Dal «sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria» alla «promozione della cultura d’impresa», dalla «funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa)» alla centralità «dell’iniziativa economica e della proprietà privata», le linee guida sono già state sonoramente bocciate dal Consiglio superiore della pubblica istruzione. Nel suo parere, non vincolante, il Cspi rimprovera al ministero «la mancanza di un riferimento alla relazione sociale tra individuo e collettività», la limitazione «dell’educazione finanziaria a strumento di tutela del patrimonio privato», «l’assenza di un riferimento esplicito all’educazione contro discriminazioni e violenza di genere» e il concetto di patria.

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Addio smartphone, torna il diario

Più d’impatto per i ragazzi, in una scuola sempre più digitalizzata grazie anche alla piattaforma ComUnica, che consente la gestione digitale dei documenti scolastici e delle comunicazioni scuola-famiglia, è però forse la messa al bando degli smartphone, vietati anche per la didattica. Al ritorno tra i banchi bambini e ragazzini troveranno scatole e ceste in cui lasciare i telefonini. Chi viene beccato con il cellulare alle medie avrà delle sanzioni. L’idea è limitare il tempo passato davanti ai device. Anche per questo i compiti a casa continueranno sì a essere scritti sul registro elettronico, ma nello zaino alle elementari e alle medie tornerà il diario di una volta.

Congelate le riforme per studenti disabili e di origine straniera

È invece una riforma a metà quella che per Valditara favorirà l’integrazione degli alunni stranieri. Solo una parte, la più debole, sarà avviata quest’anno: grazie ai fondi Pon le scuole potranno organizzare corsi extracurricolari per il potenziamento dell’apprendimento della lingua italiana. Dal prossimo anno invece, nelle classi con almeno il 20 per cento di stranieri, dovrebbe arrivare un docente che affiancherà il lavoro in classe con lezioni di potenziamento. Una novità congelata, come la possibilità per le famiglie di studenti disabili di chiedere alla scuola la conferma dello stesso docente di sostegno dell’anno prima, in attesa che la Camera concluda l’iter di approvazione del ddl.

Slittano voto in condotta e giudizi alle elementari

E così è per almeno altre quattro misure di cui si è dibattuto per mesi e che ancora non ci sono. Uno: la riforma del voto di condotta, che tornerà alle medie e farà media alle superiori con le altre materie: bocciatura con il 5, debito a settembre con il 6, da riparare con un compito sulla Costituzione. Due: i lavori socialmente utili di cittadinanza attiva e volontariato in caso di sospensione per più di due giorni. Tre: le multe da 500 a 10mila euro per gli studenti o i familiari che aggrediscono i prof. Infine: il ritorno dei giudizi sintetici alla primaria, da insufficiente a ottimo, al posto dei giudizi descrittivi introdotti tre anni fa. Maggiore chiarezza, col sacrificio però di un sistema che ragiona per percorsi didattici più che per perfomance.

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