Dal divieto del cellulare in classe alla nuova educazione civica: così riparte la scuola
Si parte con 110mila studenti in meno e il solito eccesso di precari.
E’ partito il nuovo anno scolastico, tra tante novità e i soliti vecchi problemi. Da settembre parte infatti il potenziamento, che sarà in due tempi, del sostegno agli alunni stranieri che non conoscono bene l’italiano, a iniziare da quelli appena arrivati nel nostro Paese. Debutta la nuova filiera formativa tecnologico professionale basata sul modello “4+2”, che coinvolgerà inizialmente 172 istituti secondari e potrebbe, in futuro, diventare il modello di riferimento per l’intera istruzione tecnica. Dal divieto del cellulare in classe fino alle medie, alla conferma delle tutele Inail.
Le novità
Il nuovo anno scolastico vede la conferma dei docenti tutor e orientatori, già entrati in azione a settembre 2023 alle superiori. I ragazzi troveranno quest’anno il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, dall’infanzia fino alle medie. Il rinnovo del contratto al personale docente, che potrebbe chiudersi entro l’anno, prevede incrementi intorno ai 160 euro. In partenza anche le nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che prevede tra l’altro la promozione della cultura d’impresa e dell’educazione stradale.
Stretta su voto in condotta e sospensioni
Si attendono novità con l’approvazione definitiva alla Camera della stretta sul voto in condotta e le sospensioni in chiave anti-bullismo; ci saranno corsi di formazione per i docenti di sostegno e la possibilità per le famiglie di richiederne la conferma, in base a un decreto ministeriale di prossima emanazione. Altra novità in arrivo il ritorno dei giudizi (ottimo, buono, sufficiente, insufficiente) alle scuole elementari mentre il voto numerico continuerà ad essere valido per gli studenti delle scuole medie e superiori. Tra i provvedimenti approvati la scorsa primavera le maxi sanzioni a chiunque aggredisca il personale scolastico.
I nodi legati al personale
I soliti nodi riguardano, come ogni anno, il personale. E la denatalità: quest’anno ci saranno 110mila studenti in meno sui banchi. I sindacati lamentano i problemi di sempre: circa 250mila supplenti, la mancanza di 6mila collaboratori scolastici che invece lo scorso giugno erano impiegati negli istituti, aule roventi per il caldo al punto da chiedere lo slittamento dell’inizio delle lezioni, le incertezze sul fronte dei dirigenti scolastici, aggravate dalla recente decisione del Tar di annullare il concorso straordinario per 519 presidi: si teme che il numero di istituti affidati a un preside reggente possa superare gli 800, ben oltre i 300 considerati fisiologici. Per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sulla vicenda della sospensiva disposta dal Tar Lazio «si sta facendo troppo allarmismo e troppa strumentalizzazione politica» e i supplenti non supereranno i 165mila ma il numero scenderà a breve a 155mila con le assunzioni previste.