Sostegno, come fare con un alunno non vedente?

La specializzazione su sostegno è polivalente, il prof non è obbligato a conoscere il linguaggio braille: come si fa se l’alunno non è vedente?

È giusto che il docente di sostegno che affianca uno studente privo di vista non conosca il linguaggio Braille? Probabilmente no. Presto la domanda verrà posta al ministro dell’Istruzione dalla deputata Vittoria Baldino, vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera: attraverso un’interrogazione parlamentare, la grillina chiederà perché una studentessa non vedente, per retinopatia, che frequenta il quinto anno del liceo scientifico “Stefano Patrizi” di Cariati, in provincia di Cosenza, è stata affidata ad una docente di sostegno che non conosce il mezzo di scrittura tattile internazionale utilizzato di prassi dai non vedenti.

“È inaccettabile che, in una scuola pubblica italiana – ha fatto sapere la deputata – un’alunna con disabilità visiva debba affrontare gravi disagi nell’apprendimento a causa della mancata assegnazione di un docente di sostegno specializzato nel linguaggio Braille”.

Secondo la rappresentante del M5s quanto sta accadendo è “in contrasto con quanto disposto dalla pur nota sentenza del Consiglio di Stato n. 5851/18”, il quale “ha ribadito che, qualora un docente con le competenze necessarie non sia presente in graduatoria, l’istituzione scolastica ha l’obbligo di ricorrere a soluzioni alternativeper garantire un supporto specialistico, in modo da non arrecare pregiudizio alla formazione scolastica dell’alunna”.

“Il docente di sostegno – continua la grillina – per poter essere considerato valida presenza, quindi non inutile, idonea a favorire l’integrazione e l’inserimento del disabile nel contesto scolastico, deve essere dotato delle conoscenze tecniche necessarie ad affrontare e gestire l’handicap di fronte al quale si trova ad operare”.

Quindi, chiede “con forza che venga rispettato il diritto di Alisea ad avere un’istruzione pari a quella dei suoi compagni perché nessuno studente deve essere lasciato indietro o ostacolato da decisioni burocratiche e inadempienze istituzionali”.

L’on. Vittoria Baldino rivolge quindi “un appello al ministro dell’Istruzione, all’Ufficio scolastico regionale per la Calabria e alla dirigente dell’Istituto comprensivo di Cariati affinché intervengano con urgenza per tutelare il diritto di Alisea all’istruzione e alla piena integrazione scolastica”.

Infine, la deputata annuncia che nei prossimi giorni depositerà “un’interrogazione parlamentare e una formale richiesta di intervento agli enti interessati”.

Ricordiamo che per diventare docenti di sostegno non è indispensabile specializzarsi nei vari linguaggi utilizzati dalle persone con disabilità: dal braille per i non vedenti alla Lis per i sordi. Qualora vi siano insegnanti a disposizione della scuola con tali competenze, all’inizio dell’anno scolastico è cura del dirigente scolastico associarli al bambino o ragazzo con disabilità più attinente alla sua preparazione ed esperienza. Ma in mancanza di tali professionalità, il preside assegna all’alunno uno dei docenti di sostegno a disposizione con preparazione polivalente.

  •  
     
     
     
     

Condividi questa storia, scegli tu dove!