L’uso precoce di smartphone e social abbassa i rendimenti scolastici: lo studio italiano

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore

Uno studio condotto su 6mila studenti lombardi, che verrà presentato venerdì 28 alla Bicocca di Milano, evidenzia anche il legame tra età del primo account e condizioni familiari.

 

Poteva essere una mossa potenzialmente divisiva. Invece, la decisione del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, di vietare in modo assoluto – anche per scopi didattici – l’uso degli smartphone nelle scuole elementari e medie sembra mettere tutti, o quasi, d’accordo.

Il sondaggio

Come mostra, infatti, un sondaggio a caldo effettuato dal portale Skuola.net – che, all’indomani dell’annuncio del ministro sull’arrivo della circolare in materia, ha raggiunto 500 persone, tra studenti, genitori e insegnanti – ben 3 membri della comunità scolastica su 4 si schierano a favore del provvedimento.

Coro di Sì

Il meglio, però, si incontra entrando ancor di più all’interno delle risposte delle varie “platee”. Perché ci può stare – anzi, è quasi normale – che tra i docenti circa l’80% appoggi la mossa di Valditara. Ma è già più spiazzante scoprire che, più di loro, siano i genitori ad accogliere a braccia aperte la novità: isolando mamme e papà il consenso arriva a sfiorare il 90%; in questo caso, dunque, le famiglie sembrano non prendere le parti dei figli, come invece spesso accade per altre vicende scolastiche.

Ok anche dagli studenti

Ma le vere sorprese si registrano al cospetto degli studenti destinatari diretti della stretta contro i cellulari. Ovvio che i numeri siano più bassi. Ma non è comunque trascurabile il fatto che, tra gli alunni delle classi secondarie inferiori, 2 su 3 si dicano disposti a lasciare il telefono spento fin quando si trovano a scuola. E non si tratta di un abbaglio, visto che pure i loro colleghi più grandi – non toccati dal provvedimento – la pensano allo stesso modo: tra gli alunni delle superiori sono sempre i due terzi (67%) ad approvare la scelta ministeriale. Segno che, a prescindere dal livello scolastico, il consenso studentesco ha questa consistenza.

Le motivazioni

Le motivazioni alla base di questa scelta di campo inequivocabile sono le più varie. A sbilanciarsi, in questo caso, sono soprattutto gli adulti. C’è chi dice, ad esempio, che il divieto possa “servire a disciplinare gli studenti nell’essere attenti e concentrati”. Chi giudica la circolare in arrivo “ottima, se non altro per abituare i giovani a sopravvivere anche se ‘scollegati’ per qualche ora”. E chi, in modo più netto, sostiene che sia giusto in quanto “la scuola non deve essere un bar ma un luogo serio”.

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