“A che serve?” L’infelice domanda di Valditara

dal blog di Gianfranco Scialpi

 

A che serve?”. La domanda esprime senza veli il pensiero politico e culturale  di G. Valditara.

” A che serve?” la domanda del Ministro Valditara

“A che serve?” La domanda posta dal Ministro, ovviamente, deve essere contestualizzata per comprenderne appieno il significato. G. Valditara ha dichiarato che nei programmi scolastici”c’è troppa roba. In terza elementare si vanno a spiegare tutte le specie dei dinosauri, tutto questo a che serve? E poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente…

Il pensiero politico e culturale del Ministro

Come ho recentemente scritto una semplice dichiarazione rimanda a uno sfondo, a una prospettiva che filosoficamente si declina nel termine “metafisica”. Difficile, se non impossibile, separare i due piani: il contenuto e il piano alto o verticale del pensiero umano. Anche un resoconto scientifico rimanda con le riflessioni  personali o omissioni (per chi le individua) a una metafisica. Scriveva L. Wittgeinstein che il linguaggio esprime il mondo.

Fatta questa premessa la dichiarazione del Ministro rimanda a due prospettive. La prima richiama l’esigenza di sfoltire i programmi di storia (di questo parliamo e non altro) per dare spazio a contenuti patriottici. In questa intervista il Ministro non lo dice. E’ chiaro però il suo pensiero,  se consideriamo la decisione di costituire una commissione per la revisione delle indicazioni nazionali, nominando Loredana Perla coautrice del volume “Insegnare l’Italia: Una proposta per la scuola dell’obbligo” (Sckolé, 2024).

Altra considerazione è l’assunzione di una funzione di selezione dei contenuti che rimanda maggiormente all’idea di programmi prescrittivi che di indicazioni orientative (2012). L’eventuale decisione di selezionare i contenuti a livello centrale,  esprime una sfiducia nella capacità professionale dei docenti di decidere che cosa insegnare.

E giungiamo all’ultima questione. Il Ministro considerando lo studio dei dinosauri come inutili tradisce quella tradizione umanistica che consente alle persone di riflettere sulle condizioni che hanno permesso la nascita del cespuglio umano (inizialmente esistevano più tipi umani). Ovviamente tutto questo non serve se si ragiona all’interno di un certo funzionalismo economico declinato nella domanda “A che serve?”.

Il taglio è confermato dal resto dell’intervista: “La scuola deve dare una formazione culturale per essere cittadini indipendenti ma deve anche assicurare una prospettiva di inserimento lavorativo, altrimenti il rischio è che uno arrivi poi a disperdersi”, ha evidenziato Valditara. “Per questo – ha concluso – insisto sul lavoro e sull’importanza del collegamento con il mondo del lavoro e dell’impresa e perché ho voluto tanto fortemente il 4+2, che consente a chi si diploma agli istituti professionali in quattro anni di iscriversi direttamente agli Its”.

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