Abilitazione all’insegnamento: proposte qualificanti e risolutive per conseguirla
La mancanza di abilitazione all’insegnamento è un vulnus strutturale della formazione degli insegnanti che incide pesantemente sugli assetti della scuola secondaria. Non è così per le scuole primarie e dell’infanzia che impiegano docenti con laurea di formazione primaria comprensiva di abilitazione o vecchio diploma di abilitazione conseguito entro il 2001-02. Per i docenti della secondaria l’abilitazione, non connessa alla laurea, invece non è così.
Nel tempo si sono susseguiti provvedimenti diversi, anche di carattere straordinario, per fornire a migliaia di docenti quel titolo abilitante che legittima a tutti gli effetti l’ingresso all’insegnamento, ma il quadro complessivo resta tuttora critico e richiede coraggiose iniziative risolutive e qualificanti.
Di questa situazione si è fatta portavoce l’on. Valentina Aprea (Forza Italia) che nell’incontro di tre giorni fa con il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, e con la ministra dell’università, Cristina Messa, dopo avere rappresentato e considerato il quadro critico di un milione e mezzo di professori inseriti nelle graduatorie provinciali per le supplenze tuttora privi di abilitazione, e commentato in modo analitico ed esaustivo il complesso quadro formativo della docenza nella scuola secondaria, ha presentato proposte per una nuova formazione dei docenti in questi termini:
- Modificare il Decreto Ministeriale 81 del 25 marzo 2013 prevedendo che la Laurea Magistrale sia abilitante all’insegnamento, prevedendo anche che l’ammissione sia condizionata dal merito nelle aree disciplinari convolte dalle nuove classi di concorso, documentato nel corso degli studi secondari e superiori. Ciò per valorizzare i giovani che intendono dedicarsi all’insegnamento e usufruire di una formazione che superi finalmente i paradigmi del ‘900 (in questo caso il percorso di studi e di abilitazione durerebbe 5 anni (3+2)
- Al fine di non perdere le eventuali “vocazioni tardive” prevedere anche la possibilità di specializzarsi e abilitarsi all’insegnamento attraverso lo svolgimento del TFA (Tirocinio Formativo Attivo) per chi è in possesso di una Laurea Magistrale, ma a condizione che il TFA non sia impostato come attualmente, ma integri lezioni laboratori e tirocinio come circolarità tra teoria, tecnica e azione pratica a partire dalla soluzione interdisciplinare dei problemi relativi all’insegnamento e all’apprendimento (in questo secondo caso il percorso di studio e di abilitazione durerebbe 6 anni (3+2+1 di TFA abilitante).
L’on. Aprea ha formulato anche proposte di semplificazione delle attuali classi di concorso, criteri per l’individuazione delle scuole innovative per i tirocini e, in via transitoria, emanazione di bandi PAS (Percorsi Abilitanti Speciali) per docenti precari non abilitati, estesi ai docenti delle scuole paritarie.