Bimbo iperattivo ‘cacciato’ da scuola, sospeso il preside

da ANSA

Lui: ‘Faccio ricorso. C’è accanimento’. Non ottemperò al decreto del Tar

11 marzo 2024, 17:59

di Valentina Roncati e Giulia Marrazzo

lla fine è arrivata la sospensione, su decisione dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, per il dirigente scolastico Riccardo Agresti, a capo dell’istituto Corrado Melone di Ladispoli, a 40 km da Roma, per il caso di un suo alunno di appena 6 anni affetto da un deficit di attenzione e iperattività che era stato espulso dalla scuola per 21 giorni.

Al suo posto l’Ufficio scolastico ha nominato un reggente.

Il provvedimento nei confronti del piccolo – preso dal Consiglio di istituto e comunicato alla famiglia il 26 febbraio scorso via pec – aveva fatto seguito ad alcuni comportamenti considerati dal consiglio d’istituto “non idonei per la comunità scolastica” ma era stato successivamente annullato dal Tar del Lazio. La scuola, però, lo scorso 1 marzo non ne ha tenuto conto, salvo poi accoglierlo la settimana successiva, dopo che i genitori si erano rivolti al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, Il ministro, a sua volta, ha disposto un accertamento ispettivo che oggi ha portato alla sospensione del dirigente scolastico.

Nella sentenza del Tar del Lazio c’è l’indicazione di dare al piccolo, in cura al Gemelli, un insegnante di sostegno per tutte le ore necessarie. Anche venerdì scorso però la permanenza a scuola dell’allievo è durata solo 2 ore: “servono più ore di assistenza per il bambino ma la certificazione medica è errata e l’abbiamo segnalato ai genitori. Era impossibile gestirlo e abbiamo dovuto chiamarli”, aveva spiegato il dirigente scolastico, che oggi è stato sospeso.

E che all’ANSA oggi ha detto: “Ricorrerò al giudice del lavoro – ha spiegato Agresti – è evidente che qualcuno mi vuole fuori dalla scuola; quello che sta avvenendo è un accanimento strano ed esagerato. Io non ero a conoscenza del fatto della decisione del Tar”. Secondo il sindacato Anief la norma che blocca le stabilizzazioni dei docenti, dopo tre anni di corretta procedura, “è inopportuna e va assolutamente cambiata perché adottandola si andrebbero a discriminare migliaia di precari ad un passo dal ruolo e si creerebbe un ulteriore danno a nostri alunni disabili: anche i casi come quello accaduto a Ladispoli, se c’è carenza di personale, non potranno che aumentare. Avere docenti di ruolo in un istituto è fondamentale”.

Nel novembre scorso, a Rende, in provincia di Cosenza, un alunno di 8 anni, trasferito in una nuova sezione della terza classe della scuola primaria, è stato lasciato solo in un’aula in seguito ad una protesta organizzata dai genitori degli altri alunni. Anche in quel caso il bambino aveva una diagnosi di iperattività con funzionamento intellettivo superiore alla media che tuttavia non aveva rappresentato un requisito per il riconoscimento dell’invalidità.

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