Bonus 18app 2004: ultimo anno disponibile dal 2024 cambia tutto
Confermato per il 2023 il Bonus cultura 18app. Iniziativa del Ministero della Cultura riservata a chi ha compiuto 18 anni nel corso del 2022 e che consente di beneficiare di 500 euro da spendere nell’ambito dell’istruzione.
Chi ne ha diritto
La novità è che dal 31 gennaio anche chi è nato nel 2004 può presentare la richiesta per l’incentivo da 500 euro, C’è tempo fino al 30 aprile 2024 per spendere la cifra. La procedura prevede di scaricare la “18App” o registrarsi sul sito 18app.italia.it.
Con il bonus cultura si può procedere a molte agevolazioni: acquisto del biglietto per il cinema o concerti o eventi culturali ai libri, ingresso ai musei a monumenti o spettacoli teatrali. Ma è possibile utilizzare il bonus anche per corsi di musica, teatro o lingua straniera, comprare musica in cd, vinile o online.
Cosa non si può comprare
Si può impiegare il bonus anche per acquistare abbonamenti a quotidiani, sia in formato cartaceo che digitale. Non si può invece usare il bonus per pagare piattaforme streaming e tutti i contenuti che incitino alla violenza e al razzismo. Esclusi anche i dispositivi tecnologici come smartphone, pc e tablet
Il bonus cultura 2023 può essere richiesto dai nati nel 2004 dal 31 gennaio 2023 al 31 ottobre 2023. Dal 2024 si cambia.
Addio dal 2024
Dall’anno prossimo, la Legge di bilancio sostituisce questo bonus con altri due incentivi per i giovani, la Carta Cultura Giovani e della Carta del Merito. Per questa iniziativa il governo ha già stanziato un totale di 190 milioni di euro. Le novità coinvolgono anche nuove modalità di spesa per i neo-diciottenni.
Potranno beneficiare del bonus Carta Cultura Giovani i residenti nel territorio nazionale che fanno parte di nuclei familiari con Isee fino a 35mila euro e sarà assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del compimento dei 18 anni. Invece la Carta del Merito sarà riservata a chi si sarà diplomato con cento centesimi. Entrambe le Carte saranno cumulabili e disponibili a partire dalla classe 2005: i ragazzi e le ragazze, cioè, che compiono i 18 anni nel corso del 2023.
Si va delineando il prossimo sistema di reclutamento degli insegnanti, che dovrebbe mettere al centro l’immissione in ruolo e la stabilizzazione dei precari attraverso attuazione dei concorsi e assunzione dalle Gps, con un doppio canale di reclutamento che consenta una brusca accelerata sulla questione. Si attende la risposta dell’Europa alla proposta inviata dal Ministero.
La proposta del Ministero
La proposta al momento è a breve termine, nel senso che riguarda ciò che dovrebbe accadere nel 2023 e riguarda interessa i docenti che possiedono le tre annualità di servizio e sono in possesso di 24 CFU. Questo sarebbe possibile se la Commissione Europea accettasse la proposta di di posticipare al 2025 l’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento.
Il ministero spinge per una risoluzione a breve termine del precariato con l’assunzione dei docenti dalle attuali graduatorie, con appositi percorsi formativi e prove in modo da rispondere agli standard richiesti per la selettività delle procedure.
Il percorso formativo
Questo dovrebbe prevedere per il 2023 una nuova fase transitoria finalizzata a immettere in ruolo a tempo indeterminato per settembre 2023 i docenti mediante l’anno scolastico come prova e formazione. Chi è già presente nelle GPS, otterrebbe la conferma del contratto a tempo determinato assolvendo nel contempo all’obbligo dell’anno di tirocinio e di formazione per completare i cfu mancanti.
Poi ci sarà una prova scritta e una orale da superare per diventare di ruolo. Sarebbe riservata agli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Servirebbe poi previsto un percorso per i docenti idonei ai concorsi infanzia e primaria.
Vincolo di permanenza
“La prossima settimana potrebbe essere decisiva riguardo l’auspicata apertura di Bruxelles sugli impegni per la scuola legati al Pnrr, a partire dai meccanismi per il superamento del precariato storico (col coinvolgimento di tutte le categorie e conseguente prolungamento della fase transitoria) e dalla questione del vincolo di permanenza dei docenti che, per com’è impostato, mette sempre più in difficoltà gli insegnanti sotto il profilo economico e familiare, senza garantire continuità didattica agli studenti”. Lo dichiara il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato, che aggiunge: “Se il ministero dell’Istruzione otterrà il via libera a modifiche su tale fronte, non è detto comunque che la relativa norma si appoggi al decreto Milleproroghe. Per l’entrata in vigore è infatti possibile un percorso più veloce con il decreto Pnrr”.