Chat di classe, per la premier è utilissima

La Tecnica della scuola

Chat di classe, le sorelle Meloni le lodano. La premier: “Utilissima, sono le altre mamme a ricordarmi tutto”.

 

Anche la premier Giorgia Meloni, mamma di una bambina di otto anni, è inserita nella chat di classe delle mamme. Fin qui nulla di strano: la presidente del Consiglio si è però lanciata, in un’intervista a Chi, in una lode di questo strumento, che invece molti demonizzano.

Ecco le sue parole, riportate da Open: “È utilissima soprattutto per me che sono presa da milioni di cose. Sono loro, le altre mamme, a ricordarmi tutto. Riesco grazie alla chat a intervenire tempestivamente in merito ai problemi della classe, anche quando sono lontana o in viaggio”.

Le parole di Arianna Meloni

A farle eco la sorella, Arianna, a capo della segreteria politica e dei tesseramenti di Fratelli d’Italia, madre di due adolescenti: “Ho una chat di classe per ogni figlia e altre due chat per la danza. Ringrazio sempre le altre mamme per le informazioni che mettono sulla chat, anche se poi riesco a rispondere una volta su cinque. E magari solo a fine giornata. Le altre mamme per fortuna sono molto comprensive. Diciamo che non potrei fare a meno di queste chat scolastiche ormai”.

Meloni e la solidarietà tra le mamme della classe della figlia

 

Meloni aveva già parlato della chat di classe della figlia: “Ho trovato tanta solidarietà tra le mamme della scuola della figlia. Quando esce da scuola non ci sono mai, e molte mamme mi aiutano. Sono nella chat di classe ma non riesco a frequentarla quasi mai. Quando posso commento, dico la mia, voto, partecipo. Non ho con loro lo stesso rapporto con le mamme della classe precedente, eppure ce la mettono tutta per aiutarmi”.

Meloni aveva poi discusso in merito alla genitorialità: “Il senso di colpa è diseducativo. Tendi a tentare di superare il senso di colpa facendo l’unica cosa che non devi fare: assecondarlo. Il senso di colpa ti impedisce di dire no, ed è diseducativo. Non sono brava a dire no a Ginevra, perché mi sento in colpa. Per dirle che ci sono le dico sì, pur sapendo che è sbagliato. Dicendole di no ti sembra di farle ancora più male, perché già le fai male con l’assenza. Io lo so, ma in teoria vado meglio, non sono brava a farlo”.

“Vorrei essere come mia madre, che mi diceva che devo cavarmela da sola, e invece non riesco. Quando posso mi metto lì con lei, la aiuto con i compiti sottobanco. Cerco di darle una mano in tutto, che è pure troppo”.

 

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