Come conciliare il principio di trasparenza?
di Gabriella Chisari, La Tecnica della scuola
Come conciliare il principio di trasparenza?
Con il presente articolo si vogliono dare alcune sintetiche indicazioni relative ad importanti contenuti, utili per la preparazione al previsto concorso per dirigente scolastico.
Il diritto alla riservatezza e il principio di trasparenza amministrativa sono infatti temi piuttosto complessi, disciplinati da normative ben precise, in continua evoluzione, mai definitive, con modifiche, integrazioni, abrogazioni, pareri e sentenze, talora anche in contrapposizione. La materia appare piuttosto delicata in ambito scolastico, in quanto la scuola, come pubblica amministrazione, per poter espletare le sue funzioni istituzionali, assume, elabora e tratta quotidianamente una pluralità di informazioni e di dati che vanno trattati nel rispetto della riservatezza, ma assicurando anche la dovuta e prevista trasparenza.
Di fatto quindi nelle diverse situazioni e nei vari ambiti scolastici occorre sempre garantire il giusto bilanciamento tra privacy e trasparenza. Trasparenza, diritto di accesso e tutela della riservatezza infatti non sono valori in conflitto ma differenze di prospettive nella unicità di tutela della persona (art. 2 della Costituzione).
La normativa relativa alla privacy ha un punto di riferimento importante nel D.Lgs. 30 giugno 2003 n. 196, (che ha abrogato il precedente Codice in materia di protezione dei dati personali n. 675), il quale ha disposto la garanzia che il trattamento dei dati personali debba svolgersi nel rispetto del diritto e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali. Tale decreto è stato successivamente integrato e modificato dal D.Lgs. 10 agosto 2018, n. 101, recante “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio”, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati, noto come GDPR – in Italia RGPD – Codice della Privacy.
Diverse le figure competenti a cui, ai sensi dell’art. 4 del Codice della Privacy, è consentito trattare i dati personali: dal titolare del trattamento al responsabile o all’incaricato, dall’interessato ai terzi, al DPO (Data Protection Officer), talora indicato anche con l’acronimo italiano RPD, quale Responsabile Protezione Dati.
I principali riferimenti normativi relativi alla trasparenza e all’accesso agli atti sono invece i seguenti;
- La Legge 7 agosto 1990, n. 241– Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi , c.d. accesso documentale;
- La Legge 28 novembre 2012, n. 190 – Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, c.d. Legge anticorruzione;
- Il Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 – Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni;
- Il Decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97 – Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33.
L’articolo 1 del D.lgs. 33/2013 definisce la trasparenza come “accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”. Pertanto, la trasparenza é uno degli strumenti principali, se non il principale, per prevenire e contrastare la corruzione che il legislatore ha individuato con la legge 190/2012.
Con delibera n. 430, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha adottato le “Linee guida sull’applicazione alle istituzioni scolastiche delle disposizioni di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190 e al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33“. Con le suddette Linee guida vengono fornite indicazioni volte a orientare le istituzioni scolastiche nell’applicazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, tenuto conto delle caratteristiche organizzative e dimensionali del settore dell’istruzione scolastica e delle singole istituzioni, della specificità e peculiarità delle funzioni, nonché della disciplina di settore che caratterizza queste amministrazioni.
Le norme su citate disciplinano anche l’accesso agli atti distinguendo:
- l’”accesso documentale” – introdotto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241 – che permette a chiunque di prendere visione e richiedere copia di documenti, dati e informazioni detenuti da una pubblica amministrazione, purché il richiedente sia titolare di un interesse diretto, concreto e attuale rispetto al documento stesso.
- l’”accesso civico”, previsto dal d.lgs 14 marzo 2013, n. 33, che consente a chiunque di richiedere documenti, dati o informazioni che la pubblica amministrazione ha l’obbligo di pubblicare in una apposita sezione dei propri siti web istituzionali denominata Amministrazione trasparente, nei casi in cui gli stessi non siano stati pubblicati;
- l’”accesso civico generalizzato”, innovazione introdotta dal d.lgs. 25 maggio 2016, n. 97 (noto anche come FOIA – Freedom of Information Act), che consente a chiunque di richiedere dati e documenti ulteriori rispetto a quelli che le amministrazioni sono obbligate a pubblicare, senza essere necessariamente portatore di un particolare e specifico interesse.
Nella complessità di una Istituzione scolastica possono presentarsi numerose e varie situazioni relative agli aspetti sopra evidenziati, che vanno affrontate e risolte alla luce della su citata complessa normativa. Pertanto, risulta fondamentale per il Dirigente scolastico conoscere e riflettere attentamente sulle diverse problematiche connesse al trattamento dei dati personali e nello stesso tempo volte a garantire la trasparenza di ogni atto nella logica della prevenzione della corruzione, attraverso una corretta gestione del bilanciamento tra il diritto alla trasparenza ed il diritto alla protezione dei dati personali e con l’obiettivo di migliorare i processi organizzativi e i servizi erogati nelle istituzioni scolastiche.