Concorso ordinario scuola, il ministero ammette: c’è uno svarione in un quiz sulla Costituzione
In un quesito per docenti di sostegno della scuola media il principio della libertà d’insegnamento sancito dall’articolo 33 della Costituzione veniva riferito per errore all’articolo 34, quello sul diritto allo studio
Concorso che vai, svarioni che trovi. E anche l’ultimo concorso ordinario per l’assunzione di 33 mila nuovi prof di scuola media e superiore non fa eccezione. Anzi: da quando lo scorso 14 marzo sono incominciate le prove scritte, sindacati e studi legali specializzati nei ricorsi sono stati inondati di segnalazioni di domande ambigue, risposte sbagliate, procedure incongrue, com’è accaduto per esempio ai candidati per matematica applicata a cui è stato chiesto di eseguire calcoli di funzioni e derivate senza fare uso di carta e penna (i più fortunati, quelli a cui almeno è stata concessa una penna si sono scritti i calcoli sulla mano…), mentre ai loro colleghi delle altre discipline Stem che avevano svolto il concorso anticipato dell’estate scorsa erano stati dati sia carta che penna. Delle tante obiezioni che i sindacati hanno girato al ministero dell’Istruzione un paio sono già state accolte dalla Commissione nazionale incaricata da Viale Trastevere di predisporre i quesiti delle prove che, fa sapere la Cgil Scuola, ha riconosciuto che almeno due quesiti non contengono alcuna risposta corretta tra le 4 opzioni proposte. Pertanto, ai fini del calcolo del punteggio, verranno riconosciuti a ciascun candidato due punti per qualsiasi risposta, anche nel caso di risposta non data, con la conseguenza che le graduatorie che erano già state stilate andranno riviste.
fonte: corriere.it