Concorso scuola, la polemica sui quesiti: «Molti errori e ambiguità». Ecco quelli contestati

di Valentina Santarpia

Il dossier che attacca i quiz del ministero: risposte errate, domande fuori programma, mal formulate o con refusi. La denuncia del linguista: «Offendono la dignità di migliaia di docenti»

I dubbi sui quesiti

Errati, assurdi, fuori programma, o fuori contesto, mal formulati o con refusi di ogni tipo. I quesiti «sbagliati» nel concorso scolastico ordinario per l’assunzione di docenti nella scuola secondaria sarebbero molti di più dei due appena ammessi dal ministero dell’Istruzione. Massimo Arcangeli, linguista e professore universitario, nonché autore di diversi libri sull’uso della lingua, sta raccogliendo da settimane gli esempi, e sta preparando un dossier – che il Corriere ha avuto la possibilità di visionare in anteprima – che sarà il primo passo per una mobilitazione nazionale a Roma con tutti gli aspiranti insegnanti, invitati a ricorrere alla giustizia amministrativa. «Sono esempi di test che offendono l’intelligenza, la dignità, la professionalità di decine di migliaia di docenti alle prese con un concorso farsa» spiega Arcangeli, ricordando che la giurisprudenza è chiarissima su come debbano essere formulate le selezioni per essere considerate attendibili. Ad esempio il Tar del Lazio precisava, nel giugno del 2008, con la sentenza n.5986, che «un sistema selettivo, quale quello utilizzato per l’ammissione su base nazionale per i corsi di laurea a numero programmato di medicina, basato su due domande errate e su un numero non trascurabile di domande non correttamente formulate, non può ritenersi idoneo a limitare il diritto allo studio e a porsi come giusto filtro delle aspirazioni professionali dei giovani candidati». Ma anche il Tar della Campania, nel settembre 2011, sottolineava che per una selezione degna di questo nome, che ottemperi ai criteri – a tutela del buon andamento della Pubblica amministrazione, secondo quanto contemplato dall’art. 97 della nostra Costituzione – della proporzionalità, della ragionevolezza, dell’adeguatezza (Legge n. 241/90), è necessaria l’assoluta «certezza ed univocità della soluzione» (sentenza 30 settembre 2011, n. 4591), che non deve prestare il fianco ad ambiguità o contraddittorietà. Vediamo allora alcuni esempi delle «stranezze» individuate da Arcangeli e dalla sua rete di candidati.

Fonte: Corriere della sera

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