Conguaglio 2023 a debito per il personale della scuola? E’ possibile, vediamo perché
Per quali motivi si prevede la possibilità di un conguaglio a debito nel mese di febbraio per parte del personale della scuola?
Claudia Scalia
Nei giorni scorsi abbiamo spiegato cosa aspettarsi dagli stipendi NoiPA di febbraio 2023, che saranno oggetto del conguaglio fiscale e contributivo. La brutta notizia arriva soprattutto per il personale scolastico di ruolo, che potrebbe andare a debito di cifre importanti. Duilio Mazzotti, dopo averlo anticipato, spiega il perché.
Stipendi febbraio 2023 e conguaglio
Nel corso del mese di febbraio 2023 sono previsti diversi conguagli negli stipendi NoiPA:
- trattamento integrativo
- Irpef
- calcolo addizionali locali
- previdenziali (per i dipendenti statali)
- addizionale INPS 1% per i redditi superiori a 48.279 euro.
Secondo Mazzotti, i dipendenti della scuola rischiano di andare a debito di un importo compreso fra i 200 e i 500 euro. Parliamo soprattutto di quelli di ruolo, mentre i supplenti dovrebbero andare a pareggio.
Perché un conguaglio a debito?
Nel dare una spiegazione più dettagliata delle motivazioni di questa previsione, Mazzotti elenca tutte le voci che potrebbero influire negativamente sul conguaglio e scrive:
- 200 euro: recupero Bonus 100 euro mensili per trattamento integrativo erogato fino a febbraio 2022. Da marzo le aliquote sono diminuite; purtroppo la rimodulazione delle aliquote non compensa la perdita dei 100 euro per cui i redditi da 15 mila a 28 mila saranno i più penalizzati:
- conguaglio fiscale: è plausibile un debito? Si, non dovuto però all’erogazione degli arretrati dei contratti che incidono in misura minima, ma un conguaglio a debito è comunque plausibile anche se non quantificabile a livello statistico.
- conguaglio contributivo: si tratta del pagamento delle ritenute previdenziali sulla maggiorazione dello stipendio base del 18%. Questo conguaglio porta circa a 250 euro di debito soprattutto per gli insegnanti di ruolo (mai per i precari che, pagando mensilmente non se ne accorgono nel corso dell’anno). Questo importo viene abbattuto per chi ha percepito accessori dalla scuola in quanto vengono scalati i contributi previdenziali e pure chi ha fatto ore eccedenti l’orario di cattedra. Le ore eccedenti alternative alla religione cattolica, però, sono in “quota A” e quindi assoggettate a contributo pensionistico. I contributi pagati per la pensione non sono soldi buttati via, nel senso che renderanno circa alla fine della carriera un 5% annuo maggiorato dell’incremento del montante pensionistico in base al PIL.
- da scuolainforma