DL Scuola, è legge il maxi “condono” per diventare insegnante di sostegno: ti spiego cosa significherà per gli alunni con disabilità

da Green Me

In un mondo, quello della scuola, già difficile di suo, in cui un alunno con disabilità fa fatica a vedere riconosciuti i suoi diritti, un nuovo Decreto dispone, tra le altre, delle nuove misure proprio in materia di sostegno didattico agli alunni disabili: per sopperire, dicono, all’attuale fabbisogno di docenti di sostegno. In pratica, nuovi percorsi prevedranno il conseguimento di (soltanto) 30 crediti formativi. Cosa vuol dire? Che qui sono a rischio, seriamente, il futuro della scuola e l’inclusione per migliaia di studenti

Nuovi Tirocini Formativi Attivi, i celeberrimi TFA per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, saranno dimezzati? Pare sia la strada che sta imboccando il Ministero dell’Istruzione e del Merito che prevede nuovi percorsi per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità dedicati a coloro che possiedono un titolo di specializzazione estero attualmente non riconosciuto in Italia

Detta così sembra una cosa buona, ma la novità – più assurda per quanti finora hanno seguito impegnativi corsi di specializzazione di 1 anno da  60 CFU – è che con l’entrata in vigore del Decreto 71 verranno praticamente dimezzati questi crediti necessari per diventare insegnanti di sostegno, con buona pace di quanti hanno dovuto faticare sinora per raggiungerne il doppio, attraverso una dura selezione concorsuale composta da 3 rove (preselettiva, scritto e orale) e, soprattutto, della qualità della scuola che verrà.

A esprimere grande perplessità e preoccupazione sono tutti i maggiori esperti di inclusione e didattica speciale, da Dario Ianes a Lucio Cottini, solo per citarne alcuni. Eppure, la Camera, con 185 voti favorevoli e 109 contrari, ha votato la fiducia posta dal Governo sul “disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca (C. 1902-A)”.

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Di fatto, si legge nel testo del decreto:

Per sopperire all’attuale fabbisogno di docenti di sostegno, in via straordinaria e transitoria, in aggiunta ai percorsi di specializzazione sul sostegno, che in base alla normativa vigente rimangono affidati ordinariamente alle università, la specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità si consegue, fino al 31 dicembre 2025, con il superamento dei percorsi di formazione attivati dall’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE) di cui all’articolo 19, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. L’offerta formativa dei percorsi di cui al presente comma prevede il conseguimento di almeno trenta crediti formativi. Le università possono, in ogni caso, attivare i percorsi di cui al presente comma autonomamente o in convenzione con l’INDIRE.

Si prospettano, quindi, cambiamenti significativi e anche e soprattutto molto preoccupanti per gli alunni con disabilità nelle scuole italiane. Motivo per cui il Collettivo Docenti di Sostegno è appena sceso in piazza a Roma mentre a Montecitorio si discuteva proprio il Decreto legge 71 del 31 maggio 2024.

Il Decreto e i suoi contenuti

Il Decreto, entrato in vigore il primo giugno 2024, è stato dunque ufficialmente promulgato per far fronte alla mancanza di insegnanti specializzati nel sostegno. La soluzione trovata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede l’istituzione di Tirocini Formativi Attivi (TFA) dimezzati, in cui gli aspiranti docenti dovranno conseguire solo 30 crediti formativi invece dei 60 richiesti nei percorsi standard.

Questi TFA ridotti sono destinati a insegnanti che hanno già accumulato tre anni di esperienza nel sostegno e a coloro che possiedono un titolo di specializzazione estero attualmente non riconosciuto in Italia. Secondo i dati del Ministero, questa modifica coinvolgerà circa 83.043 persone.

Cosa significherà per gli alunni con disabilità

Riducendo drasticamente i requisiti formativi per i docenti di sostegno, si rischia di abbassare significativamente la qualità dell’insegnamento e dell’assistenza fornita agli studenti più fragili in vista di una maggiore inclusione.

Qualità della formazione: i nuovi percorsi formativi, equiparati a tutti gli effetti ai Corsi di Specializzazione ai sensi DM 30 settembre 2011 (60 CFU), sono invece ridotti, erogati online e non hanno prove di ingresso. Questo potrebbe compromettere la preparazione pratica e teorica dei futuri insegnanti di sostegno, che saranno chiamati a gestire situazioni complesse con una formazione sostanzialmente superficiale.

Inclusione scolastica: la riduzione dei crediti formativi rischia di aggravare le già esistenti difficoltà di inclusione scolastica. Gli studenti con disabilità necessitano di docenti altamente specializzati e ben formati per poter partecipare pienamente e con successo alla vita scolastica. Una formazione insufficiente potrebbe portare a una maggiore esclusione e a una minore efficacia degli interventi educativi personalizzati.

Come collettivo, siamo profondamente preoccupati per il nostro futuro e il futuro dell’inclusione. Le recenti scelte del Ministero, in particolare riguardo al sostegno, sembrano favorire tutto tranne che il merito. Ci riferiamo all’inserimento a pettine nelle graduatorie dei titoli esteri e alle abilitazioni facilitate su materia a cui il MIM ha deciso, con dubbi criteri e a posteriori, di assegnare un punteggio enorme anche sulle GPS sostegno.

Come se non bastasse, infine, il Ministero ha anche optato per l’inserimento “a pettine” nella prima fascia delle GPS dei docenti specializzati al sostegno presso Università estere (con l’inserimento “a pettine” si avrebbe più facilità di ingresso sugli incarichi annuali di sostegno).

I due titoli, quindi, quello estero e quello italiano, verranno equiparati. Non a caso già sono di nuovo spuntati corsi – a pagamento – per la specializzazione al TFA sostegno all’estero, in una vera e propria compravendita che non farà altro che sminuire ulteriormente il valore di ciò che un insegnante di sostegno andrà a fare.

Ma cosa sono questi titoli esteri? Basta farsi un giro sui social per trovare decine di proposte di formazione per acquisire titoli di studio che, purtroppo, a volte vengono letteralmente acquistati, e che sono assolutamente non paragonabili al Corso di sostegno italiano. Un business della formazione che ricade sulle spalle di chi si aggrappa a tutto in cerca di un lavoro, che fino a oggi non ha avuto riconoscimento. Insomma, una guerra tra poveri.

Già, perché ora gli specializzati in Italia saranno scavalcati nelle graduatorie, nonostante il faticoso percorso fatto per ottenere formazione e titolo.

Cosa si può fare

Il collettivo chiede al Ministero dell’Istruzione e del Merito di rivedere le recenti decisioni, promuovendo un percorso formativo che garantisca l’alta qualità necessaria per l’inclusione scolastica. Tra le richieste specifiche:

1. Creazione di una graduatoria ad esaurimento per coloro che hanno frequentato e completato il Corso di Specializzazione ai sensi del DM 30 settembre 2011 (60 CFU).

2. Inserimento in coda nelle graduatorie provinciali per supplenze (GPS) dei docenti con titoli esteri non riconosciuti.

Siamo alle solite cose italiote, insomma. Tra quei punti nevralgici in cui, di fronte a un bivio, si sceglie la via più facile e si decide di sacrificare la qualità dell’istruzione per gli alunni con disabilità e dare adito a “soluzioni temporanee”, che non faranno altro che mettere la classica pezza e non risolvere il problema alla radice.

Non credete, piuttosto, che gli aspiranti docenti di sostegno debbano vedersi assicurata una formazione solida, lunga e duratura e una stabilita lavorativa come chiavi per assicurare davvero un futuro inclusivo e di qualità per tutti gli studenti?

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