Docenti di sostegno: ogni anno il 33% degli alunni li vede cambiare
di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano,
Non bastasse il danno, c’è la beffa: ogni anno, come ha stimato Tuttoscuola, il costo dei docenti di sostegno è di 5 miliardi di euro. Miliardi che sono utilizzati per coprire dei posti che l’anno dopo (se non dopo pochi mesi) tornano vacanti e verranno occupati da un altro docente a cui lo studente con disabilità dovrà affezionarsi da capo e ricominciare a fidarsi. Secondo le stime, infatti, quest’anno almeno un terzo dei 301mila alunni con disabilità cambieranno il docente di sostegno. Alunni che, oltretutto, sono aumentati del 12 per cento. Lo stesso ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, lo aveva ammesso qualche mese fa durante un convegno della Fish: “Al 59 per cento degli alunni con disabilità non viene garantita una continuità didattica – aveva detto – , sappiamo quanto questo sia grave per la crescita e per le prospettive formative dei ragazzi”.
Però ben poco è stato fatto. Recentemente il ministro è tornato sul tema con diverse interviste, rassicurando di star lavorando a un regolamento che provi ad assicurare la continuità didattica dei docenti di sostegno per l’intero ciclo scolastico dell’alunno. Ma anche in questo caso i tempi saranno lunghi, bisognerà passare attraverso le trattative sindacali e soprattutto rimettere mano all’intero sistema con la speranza che, rispetto ai molti tentativi del passato, qualcosa possa cambiare.
Certo viene spontaneo chiedersi come questo possa accadere se è stata la Lega stessa a lottare affinché non fosse posto il vincolo quinquennale per i trasferimenti dei docenti, se la stessa Buona scuola nel 2015 già prevedeva si istituisse un iter per garantire continuità (poi ridimensionato ai soli supplenti) e se parte dei posti del sostegno sono di fatto occupati da supplenti che aspirano magari a transitare o su altre cattedre o in altri luoghi.
La scelta, che ora pare voglia fare il ministro, di rinnovare il contratto precario sulla stessa posizione potrebbe sia invogliare chi ha voglia di lavorare, sia ‘”banalmente” anche spingere gli interessati a pensarci due volte prima di rimanere “bloccati” nello stesso posto per diversi anni. Molto dipenderà da come lo si farà e dagli obblighi che saranno posti (e qui sarà fondamentale il ruolo dei sindacati). “Abbiamo la necessità – ha detto Valditara qualche giorno fa – di incrementare il numero dei docenti sul sostegno” visto che le nomine andate a buon fine quest’anno sono state il 74%.
Ma quello che spesso non si rileva è che allo Stato potrebbe non convenire assumere un docente il cui ruolo dipende dalle richieste che arrivano, col rischio che poi diminuiscano. Precari, in questo caso, gli è più utile. Adesso pure meglio se stanziali.