Docenti sostegno, dal 1° settembre la metà cambierà scuola
6 alunni su 10 non avranno più lo stesso: le associazioni scrivono a Valditara.
Inizia un altro anno scolastico con il problema mai risolto dei docenti di sostegno che per vari Inizia un altro anno scolastico con il problema mai risolto dei docenti di sostegno che per vari motivi si troveranno affiuancati ad uno o più alunni diversi dall’anno precedente. Parliamo di un numero crescente di allievi con certificazione, che se nel 2022 ha toccato quota 290 mila, quest’anno è destinato a superare la storica soglia dei 300 mila iscritti. Mentre i loro docenti sono ormai oltre 200 mila, molti dei quali nemmeno specializzati.
Troppi alunni con disabilità senza più lo stesso docente
I casi di alunni che cambiano in continuazione docente di sostegno sono tantissimi: si va dal ragazzo che in un decennio di scuola ha cambiato quasi venti insegnanti di sostegno, a chi ne ha cambiati quattro in un solo anno scolastico.
Questa situazione si riproduce annualmente da diversi lustri. Già dieci anni fa si registrava un incremento di alunni e quindi: la percentuale degli alunni con disabilità sul totale dei frequentanti è salita dall’1,9% dell’a.s.2004/2005 al 3,6% dell’a.s.2020/2021.
Di conseguenza, anche il numero degli insegnanti di sostegno si è incrementato in modo esponenziale: la percentuale è passata dall’8,6% nell’a.s.2001/2002 al 20,3% nell’a.s.2020/2021.
Il problema è sulla tipologia del loro contratto, nell’anno scolastico 2020/2021 dei 184.405 docenti per il sostegno, 80.672 hanno stipulato un contratto a tempo indeterminato e 103.733 un contratto a tempo determinato: ciò significa che la percentuale di insegnanti per il sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti che fanno didattica speciale è crollata al 43,7%. Basta dire che nell’anno scolastico 2001/2002 tale rapporto si attestava sul 60,8%.
I tanti docenti che cambiano scuola
E quando si fa un resoconto sulla carenza di docenti di sostegno va ricordato che in media almeno 5 mila docenti di sostegno di ruolo ogni anno si spostano sulle materie, le cosiddette discipline curricolari.
Va ricordato, inoltre, che ogni anno si sottoscrivono almeno 50-60 mila contratti di sostegno a tempo indeterminato: riguardano cattedre cosiddette “in deroga”, con scadenza 30 giugno, che vanno necessariamente a personale precario. E che la maggior parte continua a non essere specializzato. A questi, si aggiungono alcune decine di migliaia di posti in organico di diritto che non vanno a finire tra le immissioni in ruolo per mancanza di candidati, soprattutto al Centro-Nord (dove però i corsi di specializzazione, i cosiddetti Tfa, si organizzano, anche per numeri di posti, con il contagocce!).
Il risultato di tutto questo è che la continuità didattica rimane una chimera: poiché almeno la metà degli insegnanti cambia scuola ogni anno, si arriva al paradosso che a due alunni disabili su tre viene assegnato ogni volta a settembre un docente di sostegno diverso.
Dal nuovo Pei mancato alla promessa del Ministro
In questo quadro si vanno anche a inserire le novità sulla redazione dei nuovi Pei per gli alunni con disabilità, poi però bocciate dalla sentenza 3196 della Consiglio di Stato, a differenza del Tar del Lazio.
Il ministro Giuseppe Valditara sa bene che vi sono dei limiti importanti. Tanto di avere annunciato una riforma che andrà a toccare proprio il corpo insegnante.
“Intendo avviare una riforma del sostegno – ha detto il ministro intervenendo all’ultimo congresso promosso dalla Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap – ma serve una legge altrimenti sono soltanto chiacchiere: il grado di civiltà di un Paese – ha dichiarato – si misura da come vengono incluse le persone con disabilità”.
Le proteste
In occasione dell’inizio del nuovo anno, Andrea Laurenzi, referente del coordinamento toscano delle associazioni per l’autismo nonchè presidente di Arezzo autismo, ha inviato una lettera al ministro Valditara per far presente il disagio, a nome delle “tante famiglie di persone autistiche e con disabilità intellettiva, per riportare alla sua attenzione l’annoso problema della continuità didattico/educativa per gli studenti disabili”.
“In questi anni – si legge nella lettera – sono intervenute più volte norme, delibere, indicazioni di legge, purtroppo quasi sempre disattese. Considerato che, secondo il focus ministeriale nell’anno scolastico 2022-23, nelle scuole statali gli alunni con disabilità erano 290.000, questo ci dice che più di 171 mila sono quelli privati della continuità didattica. Non garantire continuità didattica agli alunni disabili è una decisione grave; la continuità educativa nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap è uno di quei diritti garantiti dalla costituzione e non rispettati”. “Questa lettera aperta a lei – conclude Laurenzi – rappresenta soprattutto un accorato appello al dialogo e all’ascolto delle famiglie che vivono quotidianamente questa situazione”.
Anche i sindacati chiedono soluzione al problema. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha denunciato che “i docenti di sostegno sono 200mila, ma il 50% di loro sono precari e in gran parte non specializzati”.
Per il sindacalista “i posti in deroga” andrebbero tutti “ricondotti nell’organico di diritto, come vanno fatti specializzare tutti i docenti che esprimono la volontà di frequentare i tirocini formativi”.