Docenti sostegno, protesta al Ministero, i numeri danno ragione ai manifestanti
Troppi precari e posti in deroga, pochi specializzati e assunti.
Il sostegno agli alunni con disabilità rappresenta ancora una volta una delle “crepe” della scuola italiana. I motivi sono noti da tempo: la troppa precarietà, più o meno la metà delle 200.000 cattedre complessive; l’alto numero di cambi di docente di sostegno che seguono ogni alunno, sia durante l’anno scolastico, sia tra un anno e l’altro; l’eccessiva percentuale di insegnanti non specializzati in didattica speciale; oltre 60.000 posti collocati in organico di fatto. E chi vuole entrare in ruolo continua ad avere grosse difficoltà, pur in presenza di 100 mila cattedre prive di docente titolare.
Per chiedere soluzioni, il 4 settembre si è svolta davanti al ministero dell’Istruzione una manifestazione organizzata dal Comitato docenti di sostegno e dai i comitati dei genitori degli studenti con disabilità “contro le politiche educative del ministro Giuseppe Valditara, considerate inadeguate per garantire un’istruzione di qualità inclusiva”. Alla protesta hanno anche partecipato anche delle delegazioni di alcuni sindacati rappresentativi.
Roberto Garofani, della Uil Scuola Rua, ha tenuto a fare “un’amara constatazione: il nostro modello di inclusione degli alunni con disabilità è a rischio nonostante rappresenti un modello per tutti i paesi europei che si recano qui in Italia per studiarlo”.
“In Italia i supplenti sul sostegno, certificati dal Ministro, sono più di 100 mila. È un dato drammatico – sottolinea il sindacalista – aggravato dal fatto che le nuove misure che saranno attive da quest’anno non vanno nella direzione giusta”.
Alla manifestazione davanti al Ministero c’era anche una rappresentanza della Flc Cgil: Maria Grazia Pistorino, ha condiviso le ragioni della mobilitazione e ribadito, tra le altre cose, la contrarietà del sindacato “all’inserimento a pettine nelle GPS dei docenti con titolo di specializzazione conseguito all’estero ma non validato attraverso le previste procedure di riconoscimento”.
Anche la Gilda degli Insegnanti era presenta alla protesta. Per risolvere il problema della stabilizzazione del personale qualificato, abbattere la piaga del precariato e dare continuità didattica specializzata, sarebbe opportuno – spiega il sindacato – convertire il più possibile i posti di fatto che intervengono in deroga in posti di diritto su cui assumere stabilmente in ruolo poiché ad oggi i 3/4 dei docenti specializzati sono precari. Altro punto fondamentale riguarda la formazione professionale specializzata sul sostegno spesso legata al tema della mercificazione del titolo di accesso, e dunque per evitare che il docente ricorra a enti esteri, talvolta non accreditati, che rilasciano titoli fasulli o difficilmente riconoscibili a prezzi esorbitanti, bisognerebbe aumentare e rendere accessibili a tutti gli insegnanti curriculari interessati i corsi di specializzazione TFA evitando i test di accesso e il numero chiuso ab origine”.
Il sindacato guidato da Rino Di Meglio ha sollevato ulteriori punti, legati alla necessità di stabilizzazione e garanzia di continuità e inclusività per docenti e alunni.
Verso le ore 16.00 una delegazione dei manifestanti, sei rappresentanti in tutto, è stata accolta dai dirigenti del ministero dell’Istruzione, ai quali hanno espresso le ragioni della protesta.