Docenti strozzati tra stipendi bassi e precariato, dossier Flc-Cgil: a un prof delle medie servono 9 stipendi per comprare una Panda – PDF

da la tecnica della scuola

Il tema del precariato e degli stipendi esigui continua ad essere in primo piano: se ne è parlato anche il 21 gennaio, presso la Fondazione Metes, durante la conferenza stampa “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese”: l’evento, promosso dalla FLC CGIL, ha visto la partecipazione di Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC, e Maurizio Landini, segretario generale della CGIL.

Nel suo intervento, Gianna Fracassi ha ribadito l’urgenza di un cambiamento nelle politiche governative, sottolineando che la scuola e la ricerca sono i pilastri su cui si costruisce il futuro del Paese. “Se vogliamo guardare al domani, dobbiamo partire da oggi,” ha dichiarato Fracassi, ricordando che il progressivo definanziamento, l’inadeguatezza delle retribuzioni e il precariato sono problemi che minano il futuro di migliaia di lavoratori dell’istruzione e la qualità della didattica e della crescita per milioni di bambine e bambini e ragazze e ragazzi.

Fracassi: “Valditara si può fregiare del primato dei precari nelle scuole italiane”

Fracassi ha anche posto l’accento sulle riforme in corso, in particolare quelle legate alla filiera tecnologico-professionale e alla revisione dei programmi scolastici proposte dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Non possiamo accettare che la scuola venga privatizzata e riportata indietro nel tempo. Le riforme devono partire dal confronto con chi ogni giorno è in aula, a contatto con gli studenti”, ha affermato la segretaria.

“Per il secondo anno consecutivo il ministro, che ha sempre detto di avere la questione in cima alle sue priorità. Si può fregiare del primato dei precari nelle scuole italiane”, ha aggiunto

“Solo per il recupero dell’inflazione nel triennio 2022-2024 servirebbero tra i 403 e i 450 euro”, si legge nel dossier Cgil. “Un docente di scuola media”, è l’esemplificazione, “oggi ha bisogno di nove stipendi per potersi comprare una Panda”.

La Flc contesta, quindi, il modo con cui il ministro sta cambiando le “indicazioni nazionali” della scuola, i vecchi programmi di studio. “Si avverte una visione regressiva della conoscenza, che cancella con un colpo di spugna le esperienze pedagogico-didattiche di mezzo secolo”.

I dati del sindacato hanno messo in evidenza la fatica dell’affermazione della cosiddetta filiera professionale: “I nostri controlli dicono che nella seconda stagione di applicazione gli istituti che hanno aderito alla nuova filiera sono solo 247, una settantina in più rispetto all’anno scorso. Chiaramente questa riforma non attrae. Nonostante tutto, una recente proposta di legge depositata in Parlamento chiede di allargare la sperimentazione di quattro anni a tutti gli indirizzi di scuola secondaria”.

Landini: “Oggi i lavoratori precari dell’istruzione sono 242.400”

 

 

Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha criticato la decisione del governo di ridurre le risorse destinate alla scuola e alla ricerca, affermando che il Paese non può ripartire se non si investe nell’istruzione e nella ricerca, settori chiave per lo  sviluppo. “Non possiamo più tollerare il livello di precarietà e l’assenza di retribuzioni adeguate per chi lavora in questi settori cruciali. L’investimento nella scuola e nella ricerca è fondamentale per la crescita sociale ed economica del Paese. Ridare importanza alla conoscenza significa scegliere un modello diverso che abbia al centro il lavoro delle persone”, ha dichiarato Landini.

“Per tre volte il ministro Giuseppe Valditara ha parlato, definendo le nostre stime fantasie, di 155.000 lavoratori a tempo determinato nella scuola italiana sostenendo che li avrebbe ridotti. Bene, oggi i lavoratori precari dell’istruzione sono 242.400, di cui 195.000 docenti”, ha aggiunto, come riporta La Repubblica.

Infine, Alessandro Rapezzi, segretario nazionale e responsabile dell’organizzazione della FLC CGIL, ha parlato della nuova campagna di comunicazione del sindacato, sottolineando come questa parta dal basso, dai territori e dalla vicinanza con i lavoratori. “La nostra campagna non è solo comunicazione, è una mobilitazione che nasce dalle necessità e dalle voci dei lavoratori. Siamo presenti in ogni scuola, in ogni università, in ogni laboratorio di ricerca, e siamo determinati a far sì che ogni lavoratore della conoscenza abbia il giusto riconoscimento. I delegati sono il cuore pulsante della FLC CGIL e noi dobbiamo stare al loro fianco per far crescere la forza collettiva che si oppone alla precarizzazione e alla disattenzione che il governo mostra verso l’istruzione”, ha dichiarato Rapezzi.

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