Dopo la scuola di Pioltello gli atenei chiedono ‘stop alle lezioni a fine Ramadan’

Universitari musulmani PoliMi, segno di rispetto. Lega, contrari. Gli studenti ebrei: ‘Non ci sentiamo al sicuro’

ROMA, 07 aprile 2024, 20:51

Redazione ANSA

 Dopo la decisione dell’Istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, nel milanese, che chiuderà la scuola in occasione della festa per la fine del Ramadan, mercoledì 10 aprile, arriva la richiesta degli studenti musulmani del Politecnico di Milano di sospendere le lezioni per la stessa data, sulla scorta di quanto deciso già quest’anno dall’università per stranieri di Siena. E a loro potrebbero unirsi gli universitari musulmani di altri atenei riuniti in associazioni sparse in varie città d’Italia.

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Una richiesta già respinta dalla Lega. “L’appello dei musulmani del Politecnico, per quanto ci riguarda, è irricevibile”, afferma infatti Silvia Sardone, eurodeputata del Carroccio.
“Sospendere le lezioni per le festività musulmane per noi rappresenta un atto di rispetto e inclusione che riconosce e valorizza la diversità culturale e religiosa”, spiega il direttivo dell’Associazione studenti musulmani del Politecnico di Milano (ASM Polimi). “Avere un giorno di vacanza ci permette di celebrare le nostre festività in modo adeguato, perché in ogni caso non andiamo a lezione e le classi rimangono vuote dato che ormai la componente musulmana è veramente grande anche negli atenei – proseguono i responsabili dell’associazione – promuovere la sospensione delle lezioni in queste occasioni non solo favorisce la coesione sociale, ma anche il rispetto reciproco e la comprensione interculturale, pilastri fondamentali di una società democratica e pluralista”. Del resto questi universitari sottolineano di essere “una realtà integrata nel contesto sociale e accademico. Se riusciamo a fare questa richiesta all’ Ateneo è anche perché incoraggiati dalla presenza di una comunità musulmana all’interno del Politecnico che ha il diritto di essere ascoltata e dall’ambiente inclusivo, aperto e cosmopolita della nostra università”.

Hanae, che è una delle responsabili dell’Associazione studenti musulmani al Politecnico di Milano, nata in Marocco, con genitori stranieri da anni residenti a Bergamo, racconta di sentirsi “italiana più che marocchina e però dagli amici dell’associazione mi sento sostenuta, capita e aiutata, e la sera, al tramonto del sole, che segna la fine del digiuno giornaliero, ceno insieme agli altri studenti”. Sua sorella, che frequenta la terza media, si troverà a dover andare a scuola nei giorni in cui termina il Ramadan, “mi ha detto che sono previste le prove Invalsi e non potrà assolutamente assentarsi”, spiega la ragazza, che solidarizza con il preside e il consiglio dell’istituto comprensivo statale Iqbal Masih di Pioltello. A Soresina, in provincia di Cremona, invece, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Bartesi, dopo l’intervento del ministero dell’Istruzione ha ritirato la circolare mandata ai docenti con le ‘linee guida’ da adottare con gli studenti nel periodo del Ramadan. E a Turbigo la festa per la fine del Ramadan finisce in prefettura: domani il sindaco e l’associazione della comunità musulmana sono stati convocati dal prefetto a Milano per trovare un posto che possa permettere ai musulmani di celebrare il termine del digiuno. A rimettere la diatriba nelle mani del prefetto è stato il Tar.

“Anche i giovani ebrei d’Italia, che io rappresento, stanno combattendo la loro battaglia sottile e non violenta. Una battaglia di democrazia e diritti civili che ha luogo nelle aule e nelle strade quando dobbiamo nascondere le nostre abitudini, rivedere le nostre amicizie e quando non ci sentiamo sicuri all’interno delle nostre università”. Lo ha detto Anna Tognotti, tesoriere Ugei, Unione giovani ebrei d’Italia, durante un evento organizzato alla Sinagoga di Milano a sei mesi dall’attacco di Hamas del 7 ottobre.

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