Due ore settimanali di educazione motoria: ci sono davvero tutte le condizioni di fattibilità?
L’art. 103 della bozza della legge di bilancio 2022 (Insegnamento curricolare dell’educazione motoria nella scuola primaria) prevede al comma 5 che “L’organico degli insegnanti di educazione motoria è determinato in ragione di almeno due ore settimanali di insegnamento per ciascuna classe delle scuole primarie aggiuntive rispetto all’orario di cui all’art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89 per le sole classi che non adottano il modello del tempo pieno. Ferma restando la responsabilità di entrambi gli insegnanti, per le classi che adottano il tempo pieno, durante le due ore settimanali di educazione motoria, è possibile la compresenza”.
Tutte le 32mila classi quarte e quinte di scuola primaria funzionanti a orario normale avranno due ore di educazione motoria aggiuntive all’attuale orario di funzionamento (attualmente variabile tra le 27 e le 30 ore settimanali), mentre nelle 18mila classi funzionanti a tempo pieno (40 ore settimanali) le due ore saranno in compresenza.
Sarà interessato a questa riforma organizzativa e disciplinare quasi un milione di alunni. “Sarà nostro impegno che si possa prevedere al più presto l’estensione a tutto il ciclo delle classi delle scuole primarie”, hanno affermato in una nota i deputati Pd della commissione Cultura della Camera.
Quali conseguenze organizzative ci saranno in particolare per le 32mila classi che avranno due ore di orario aggiuntivo settimanale e, in particolare, per i 625mila alunni coinvolti (320 mila già dal prossimo anno scolastico)?
L’orario settimanale si attesterà tra le 29 e le 32 ore, determinando in molti casi il ricorso ad almeno un rientro pomeridiano. In caso di rientri a scuola nel pomeriggio si renderà necessario da parte dei Comuni organizzare il servizio di mensa (locali per la refezione e somministrazione dei pasti) e potenziare i servizi di trasporto con oneri economici non indifferenti per il cui sostegno non c’è traccia alcuna nel finanziamento previsto, calcolato soltanto per gli oneri del nuovo personale insegnante. Non sono previsti neanche fondi per il personale Ata.
Nessun onere aggiuntivo, invece, per i servizi di mensa dei 364mila alunni che, frequentando il tempo pieno, fruiscono già del servizio di mensa nei locali appositamente predisposti.