Formazione sull’inclusione obbligatoria: Snals chiede chiarimenti urgenti

Lo SNALS-Confsal ritiene che tali indicazioni sulla formazione obbligatoria per l’inclusione contrastino con le disposizioni contrattuali.

Di

Claudia Scalia

Formazione sull’inclusione obbligatoria, i sindacati si rivoltano. Dopo la UIL e la FLC CGIL, anche lo Snals interviene sulla questione chiedendo al Ministero chiarimenti urgenti. Nel comunicato pubblicato oggi 30 settembre, il sindacato avverte: “In alcune scuole, i dirigenti scolastici stanno emanando circolari che prevedono l’obbligo di partecipare a corsi di formazione in servizio per il personale docente, a tempo indeterminato o determinato, privo dello specifico titolo di specializzazione ai fini dell’Inclusione degli alunni con disabilità ai sensi del comma 961, art. 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178 – DM 188 del 21.6.2021”.

Formazione obbligatoria in contrasto con il contratto

Lo SNALS-Confsal ritiene che queste indicazioni sulla formazione obbligatoria siano in contrasto con le disposizioni contrattuali che prevedono un massimo di 80 ore di impegni aggiuntivi obbligatori. Inoltre, l’art 13 del D. Lgs. 66/2017, prevede che la formazione in servizio, per i docenti nelle cui classi si trovano alunni con disabilità, sia una scelta delle singole istituzioni scolastiche e non un obbligo, senza peraltro che sia previsto l’esonero dal servizio.

Cita infine una sentenza del Tar Lazio, pubblicata il 14 settembre 2021, che dispone l’annullamento del decreto interministeriale 29.12.2020 n. 182 e degli atti conseguenti.

Il Ministero dell’Istruzione viene sollecitato a fornire con urgenza indicazioni operative, per gli effetti della sentenza sull’organizzazione delle specifiche attività nelle scuole.

 

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