Il 2 novembre 1975 moriva Pier Paolo Pasolini, intellettuale scomodo e visionario

da infodocenti

Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, lo scrittore, regista e intellettuale Pier Paolo Pasolini viene ucciso brutalmente sulla spiaggia di Ostia. Il suo è un omicidio che la giustizia italiana imputerà a Piero Pelosi. Nulla di più lontano dalla realtà…

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Delitto politico

Il suo è uno dei tanti delitti politici di quegli anni segnati dalla strategia della tensione. Volevano spegnare a voce di un uomo visionario che aveva avuto il coraggio di scrivere, sulle colonne del Corriere della Sera, a proposito dei golpe falliti, delle stragi, della strategia della tensione, queste parole: “Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero quadro politico, là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere”.

In morte di PPP

Sulla sua morte in questi anni è stato detto e scritto di tutto. Nel 2017, ho cercato di farne un compendio in un libretto dal titolo “In morte di PPP” – in questo periodo lo sto riprendendo in mano per aggiornarlo ed approfondire alcune parti. Qui potete leggerne un estratto che racconta soprattutto di quegli anni difficili.

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