Il limbo dei centomila docenti “triennalisti”

di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano

Pochissimi potranno ottenere l’abilitazione. Così restiamo precari a vita.

 

Li chiamano “triennalisti”: sono quei docenti precari che hanno svolto tre anni di servizio presso le scuole statali o paritarie, ma non hanno l’abilitazione nella disciplina per la quale hanno studiato.
Circa centomila persone che ora si trovano in un limbo, perché per loro il governo ha attivato corsi abilitanti in ritardo e a numero chiuso, lasciandoli così ancora nel mondo dei supplenti con il posto di lavoro a rischio. L’accesso alla formazione per cambiare materia o grado d’insegnamento, infatti, è stato concesso solo a chi è già di ruolo o a chi sta conseguendo l’abilitazione su una differente classe di concorso, nonché a un ingente numero di specializzati nel sostegno che si stanno abilitando anche per una materia.
A fornire i numeri è il coordinamento dei “triennalisti”, che ora chiedono al ministero l’apertura di un tavolo tecnico per cambiare le norme sui percorsi abilitanti, equiparando la loro posizione a quella delle altre categorie.

 

A spiegare la questione è una di loro, Paola Emiliozzi, raccontando la sua storia che è simile a quella di decine di migliaia di colleghi. “Sono della provincia di Macerata, dal 2016/2017 insegno filosofia, scienze umane e diritto ed economia. Per un anno ho fatto anche sostegno. Non so se riuscirò ad entrare nei percorsi abilitanti: solo una percentuale trascurabile di precari triennalisti ce la farà, perchè i corsi a loro riservati, non essendo strutturali, sono previsti solo per un breve periodo transitorio. Mentre alla maggioranza verrà negata, oltre l’abilitazione, anche la possibilità di partecipare ai futuri concorsi, per i quali il requisito dell’idoneità sarà imprescindibile”. Insomma, conclude, il rischio è di rimanere precaria a vita: “È stata compiuta una grave discriminazione nei nostri confronti a favore di chi un lavoro già l’ha”.

Il problema, infatti, è che il ministero dell’Istruzione ha avviato già a febbraio i percorsi abilitanti per chi è di ruolo, per chi già possiede un’abilitazione e per gli specializzati sul sostegno, mentre per i “triennalisti” l’attivazione è arrivata solo ad aprile: così i corsi “partiranno non prima di luglio per finire a fine novembre”, spiega Emiliozzi. Tempi che non permetteranno di avere una cattedra sicura il prossimo anno scolastico. Non solo: i posti a disposizione sono davvero esigui, poiché il ministero ne ha disposto l’accesso secondo il fabbisogno per ogni classe di concorso, oltre a imporre lezioni in presenza e tirocinio obbligatorio (non previsti per le altre categorie di docenti). Così per il prossimo anno scolastico si annuncia una guerra tra insegnanti: “Molti decideranno di presentare domanda di inserimento in prima fascia nelle graduatorie per le supplenze e scavalcheranno di fatto i precari triennalisti, che invece saranno costretti a rimanere in seconda fascia, perché la possibilità di abilitarsi a loro è stata negata”.

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