Legge 104, bonus INPS entro il 31 gennaio 2022: bando, TABELLA importi
Bonus INPS per i caregivers che assistono i familiari disabili ai sensi della legge 104/92: la possibilità di presentare la domanda ha scadenza 31 gennaio 2022.
Di
Claudia Scalia
Il Bonus per i caregivers che assistono i familiari disabili ai sensi della legge 104/92, è un progetto INPS che prende il nome di Home Care Premium. E’ un concorso a cui non possono partecipare tutti. Il progetto Home Care Premium è stato lanciato nel 2019 e scade a giugno 2022. Tuttavia, la possibilità di presentare la domanda ha scadenza 31 gennaio 2022.
Legge 104, bonus per caregivers
Chi ritiene di poter accedere al bonus Legge 104 per i caregivers, deve tenere a mente un’altra cosa, oltre la scadenza della domanda. L’Inps lo riconosce fino a 30.000 domande e comunque fino ad esaurimento dei fondi. Ciò significa che non è detto che tutti vi rientrino.
Potete verificare chi può partecipare consultando l’articolo 3 del bando allegato in calce all’articolo.
L’importo del bonus arriva fino ad un massimo di 1.050 euro al mese. A questo importo va sottratto l’eventuale assegno di accompagnamento già riconosciuto, e le indennità di frequenza in caso di figli minori. Chi assiste un disabile, ha anche diritto ai permessi
1 Questa modalità di erogazione del corso è assimilabile alla didattica erogativa come prevista nelle università. Chi usufruisce dei permessi della Legge 104/92 sa di avere a disposizione tre giorni al mese: cosa può fare il lavoratore in quelle ore, senza rischiare il licenziamento? I tre giorni retribuiti mensili vanno utilizzati per aiutare il portatore di handicap e stargli vicino. Quindi quali attività sono concesse? Partiamo col dire cosa in generale non può fare, ovvero sbrigare faccende personali. Come si utilizzano i permessi mensili della Legge 104 L’obbligo dell’assistenza continuativa al familiare disabile durante il permesso concesso dalla Legge 104, è flessibile. Per comprendere meglio, esaminiamo la Sentenza della Cassazione n. 54712/16 del 23.12.16. Li leggiamo che i permessi lavorativi di cui alla legge n. 104/1992, sono soggetti ad una duplice lettura: “vengono concessi per consentire al lavoratore di prestare la propria assistenza con ancora maggiore continuità; vengono concessi per consentire al lavoratore, che con abnegazione dedica tutto il suo tempo al familiare handicappato, di ritagliarsi un breve spazio di tempo per provvedere ai propri bisogni ed esigenze personali.” Quindi, il lavoratore può ritagliarsi brevi spazi per se stesso e per le proprie incombenze. Non è necessario che si resti chiusi nella casa dell’invalido di cui ci si prende cura. L’importante è non dedicare l’intera giornata ad altri compiti. Quindi, non si può licenziare un dipendente che, per poche ore, viene visto mentre fa la spesa. Soprattutto se questa azione è svolta in favore del disabile, e non per pura convenienza personale. Un altro fattore da tenere in considerazione è che le ore in cui si assiste il disabile, non per forza coincidono con quelle del permesso da lavoro. Ad esempio, il disabile potrebbe dover essere seguito di più nelle ore serali, piuttosto che durante il giorno. Come stabilito dalla Corte di Cassazione, il dipendente è libero di graduare l’assistenza al parente in orari e modi flessibili che tengano conto delle esigenze dell’handicappato; il che significa che nei giorni di permesso, l’assistenza non necessariamente deve coincidere con l’orario lavorativo. Per non essere licenziati è sufficiente dimostrare che l’assistenza viene prestata in modo costante e flessibile. Cosa si può fare durante i permessi Cosa si può fare durante i permessi della legge 104? Ecco alcuni esempi: andare dal parrucchiere; fare la spesa o comprare le medicine; pagare le tasse per la famiglia; andare dal medico per una veloce visita; prendere un caffè al bar con un amico (veloce). Il licenziamento, dunque, può avvenire solo dopo che dai controlli è emerso che il lavoratore si sia dedicato per diverse ore alle proprie esigenze, piuttosto che a quelle del disabile. I giudici affermano in proposito: “L’agevolazione consiste nel fatto che il beneficiario del permesso ha a disposizione l’intera giornata per programmare al meglio l’assistenza in modo tale da potersi ritagliare uno spazio per compiere quelle attività che non sono possibili (o comunque difficili) quando l’assistenza è limitata in ore prestabilite e cioè dopo l’orario di lavoro”. “Colui che usufruisce dei permessi retribuiti ex art. 33 L 104/1992, pur non essendo obbligato a prestare assistenza alla persona handicappata nelle ore in cui avrebbe dovuto svolgere attività lavorativa, non può, tuttavia, utilizzare quei giorni come se fossero giorni feriali senza prestare alcuna assistenza alla persona handicappata”
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Il calcolo del bonus e il bando INPS
Come scritto nel bando, l’importo varia in funzione della gravità della disabilità e del valore dell’ISEE. L’articolo 3 al comma 7 illustra la classificazione della disabilità con una tabella. L’articolo 10 del bando spiega che l’ammontare massimo teorico del contributo è definito in relazione al valore ISEE, e al grado di invalidità, dai valori indicati nella seguente tabella:
essere in possesso dell’ISEE in corso di validità (fino a 40.000 euro)
avere la certificazione della disabilità.
In corrispondenza di ogni fascia ISEE, l’importo è calibrato in base alla gravità della disabilità: media, grave e gravissima.
Per quanto riguarda la domanda, nel bando leggiamo: “a decorrere dal 1° luglio 2019 alle ore 12.00 e fino al 31 gennaio 2022 alle ore 12.00, sarà possibile presentare nuove domande, salva la sospensione della presentazione delle domande“.