L’ora dell’affettività a scuola. Le opposizioni chiedono, ma Valditara ha in mente solo linee guida
Elly Schlein si rivolge direttamente a Giorgia Meloni: “Non basta la repressione se non si fa prevenzione. Approviamo subito in Parlamento una legge che introduca l’educazione al rispetto e all’affettività in tutte le scuole d’Italia. Mi rivolgo anche alle altre forze politiche, la politica su questo non si riduca a dichiarazioni e riti ripetuti”. Stessa richiesta arriva da altri dem e da Luana Zanella di Avs: “Credo sia imprescindibile l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole perché bisogna agire nel profondo e fin dalla più tenera infanzia”, scrive quest’ultima.
La premier al momento non risponde nel merito, ma fa un post di cordoglio. E, riferendosi al femminicidio di Giulia, parla di “dramma inconcepibile”. A intervenire sono, però, i ministri competenti: “Educhiamo i nostri ragazzi al rispetto. Educhiamoli ai sentimenti. Non c’è altra strada”, scrive su X la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, risponde a Schlein: “Apprezzo che condivida con noi l’idea di educare al rispetto nelle scuole contro la violenza e la cultura maschilista. Già ci stiamo lavorando”, ha dichiarato. In mattinata aveva parlato di questo progetto anche la ministra Eugenia Roccella, che però sembrava far riferimento più a una campagna informativa che non a una legge vera e propria. Di cosa si tratta, esattamente? Il governo gioca a carte coperte, ma da quanto apprende HuffPost si tratterà di un provvedimento che contiene una serie di linee guida, studiate con associazioni di categoria e psicologi, “per educare al rispetto”. Allo stato, non si parla di una nuova materia da inserire nel calendario scolastico – come invece chiede l’opposizione – ma di una serie di indicazioni che dovranno orientare l’insegnamento. Il testo sarà presentato tra martedì e mercoledì prossimi.
“Solo delle linee guida, però, non bastano. I ragazzi hanno bisogno di uno spazio costante di confronto, nel quale fare domande e ricevere risposte. Se non spezziamo questa catena in cui la donna è considerata un oggetto, se non abbattiamo questo circuito dell’orrore, saremo sempre una di meno”, attacca, parlando con HuffPost, Stefania Ascari, deputata M5s e firmataria di un emendamento al decreto contro la violenza sulle donne nel quale si proponeva un fondo di 10 milioni “destinato al finanziamento di interventi a favore dell’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione”. Il riferimento all’educazione sessuale aveva, però, fatto andare su tutte le furie Rossano Sasso, deputato della Lega ed ex sottosegretario all’Istruzione, che in Aula aveva apostrofato l’emendamento con parole non esattamente concilianti. “È una nefandezza, una porcheria!!”, aveva urlato, costringendo altri componenti della maggioranza a dissociarsi.
Dall’entourage della ministra Roccella spiegano che il ddl contro la violenza sulle donne – approvato all’unanimità alla Camera e in arrivo la prossima settimana in Senato, dove diventerà legge – era incentrato sulle norme penali. Al netto dello show poco edificante di Sasso non era, dunque, quella la sede per estendere il discorso ad altri ambiti. O, almeno, questa è la linea. Il tema, viene assicurato, saranno comunque trattati a stretto giro.