Middle management nella scuola, desiderato da alcuni e detestato da altri

di Lucio Ficara, La Tecnica della scuola

Middle management nella scuola, desiderato da alcuni e detestato da altri.
Mancherebbero le economie aggiuntive in legge di bilancio 2025.

 

Già nel rinnovo del CCNL scuola 2019-2021 si parlava di costituire un’area specifica contrattuale per il Middle management. Era stata una proposta avanzata dal Presidente ARAN, il dott. Antonio Naddeo, che aveva lanciato l’idea durante la Conferenza Nazionale di Anquap, Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche. Ma poi sull’argomento calò il silenzio, anche per la contrarietà di una buona parte dei sindacati. Con il rinnovo del CCNL scuola 2022-2024 l’argomento si ripropone con maggiore decisione e pare, per stessa dichiarazione del Ministro Valdiatara, che nell’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL scuola presentato alla Funzione Pubblica ci sia proprio l’intenzione di poporre un’area specifica riservata al middle management.

Posizioni favorevoli al Middle Management

L’Associazione Nazionale Presidi e l’ANCODIS sono da sempre favorevoli all’introduzione di una leadership diffusa e di un efficace middle management, ma particolare interesse riveste l’accordo tra Anief e Ancodis proprio per il fatto che Anief siede al tavolo della contrattazione per il rinnovo CCNL scuola 2022-2024. In tale accordo all’articolo 1 è scritto quanto segue: “L’associazione professionale ANCODIS e l’associazione professionale e sindacale Anief promuovono in comunione di intenti e in sinergia l’impegno alla collaborazione, nella quale le due Associazioni rimangono distinte mantenendo le proprie prerogative e finalità statutarie, per contribuire fattivamente alla realizzazione dell’istituzione delle “figure di sistema”, inserite a livello contrattuale (C.C.N.L.) tenendo in debita considerazione l’elevata importanza strategica di dette figure tra il personale scolastico impegnato nella collaborazione con il Dirigente scolastico per il funzionamento organizzativo e didattico della scuola. Tali figure troveranno giusto riconoscimento giuridico (istituto) inserito nel C.C.N.L. come “quadro intermedio” al pari dei quadri della P.A. (c.d. “area delle alte professionalità”)”. Anche la Cisl Scuola nella figura del suo Segretario Generale Nazionale, Ivana Barbacci, parla di tempi maturi per la valorizzazione professionale dei docenti che svolgono ruoli di responsabilità relativi al supporto dell’offerta formativa. In buona sostanza la Segretaria Barbacci sostiene che il principio del docente incentivato previsto dal DL 36/2023 va tradotto come opportunità da introdurre nel CCNL scuola 2022-2024.

Contrari al Middle Management

Il fronte sindacale più perplesso riguardo la priorità, anche in rapporto alle risorse economiche disponibili in legge di bilancio 2025, dell’attuazione per via contrattuale del middle managment è quello che rappresenta numerossimi docenti iscritti e simpatizzanti della Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Gilga degli insegnanti. La posizione di protesta della FLC CGIL e della UIL Scuola Rua riguardo alla legge di bilancio 2025, culminata con lo sciopero del 29 novembre 2024, non è assolutamente cambiata e continua ad essere molto negativa riguardo la possibilità di un accordo contrattuale.
La Gilda Insegnanti pur non avendo partecipato allo sciopero generale di novembre, ha parlato di grande occasione persa dal Governo Meloni riguardo la legge di bilancio 2025. Il prof. Vito Castellana, attuale Coordinatore Nazionale della Gilda, si attendeva un cambio di rotta e quindi più risorse economiche per il rinnovo del CCNL scuola 2022-2024. Castellana si dice non del tutto favorevole anche all’autonomia scolastica specificando di essere consapevole “che eliminare una norma consolidata, quale l’autonomia scolastica, non sia semplice, ma noi continueremo a farlo a cominciare dal contrastare il tentativo di introdurre istituzionalmente la figura di middle management che consideriamo un ulteriore passo peggiorativo nell’aziendalizzare ulteriormente la scuola statale italiana”.

Difficoltà numeriche per rinnovo CCNL scuola

Per rinnovare un contratto collettivo nazionale, servirebbe almeno il 50% di rappresentatività sindacale che firmi il testo dell’ipotesi di CCNL. Al momento, al netto delle difficoltà sulla pubblicazione dell’atto di indirizzo relativo al CCNL scuola 2022-2024, non sembrerebbe esserci un accordo pieno tra parte Pubblica e sindacati. Rispetto le risorse economiche presentate dall’ARAN, ci sarebbe lo scetticismo della FLC CGIL, della UIL Scuola e forse anche della Gilda degli Insegnanti, mentre sono pienamente disponibili a contrattare, la Cisl Scuola, lo Snals e l’Anief.

Se realmente queste fossero le posizioni di partenza, non ci sarebbero i numeri per arrivare alla firma del rinnovo contrattuale. La rappresentatività di Cisl Scuola, Snals e Anief, non riesce ad arrivare al 50% di rappresentatività sindacale, senza prendere in considerazione che al tavolo mancherebbero due dei tre sindacati di maggiore rappresentanza.

 

Condividi questa storia, scegli tu dove!