Mobilità, esito dell’incontro Ministero-sindacati dell’11 gennaio
Rinviato il tavolo della contrattazione per il rinnovo del CCNI sulla mobilità del personale scolastico: insoddisfatti i sindacati.
Lara Sardi
Ieri, 11 gennaio, si è svolto un incontro tra l’Amministrazione centrale e i sindacati in merito al rinnovo del CCNI: al più presto, si dovranno regolamentare le modalità con cui avverranno i trasferimenti e i passaggi di cattedra e ruolo per i prossimi tre anni. Oggetto di discussione, in particolar modo, i vincoli sulla mobilità da una provincia all’altra. L’incontro, tuttavia, si è concluso con un nulla di fatto e con un ulteriore rinvio della trattativa, anche se l’intenzione dell’Amministrazione è quella di chiudere il tutto entro gennaio.
Si conclude con un rinvio l’incontro Ministero-sindacati sulla mobilità
Nel pomeriggio di ieri, 11 gennaio, si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione centrale e i sindacati. Stavolta a sedersi al tavolo della trattativa, oltre alla Cisl, anche le associazioni sindacali che precedentemente avevano dichiarato lo stato di agitazione e quindi assenti all’incontro del 22 dicembre scorso ovvero Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confals e Gilda Unams. Di fatto non si è arrivati a nulla di concreto, ma si sono rinviate le discussioni sulla mobilità ad un prossimo appuntamento. Oggetto del braccio di ferro con Trastevere resta sempre l’eliminazione sui vincoli per i trasferimenti, fissati dal Decreto Sostegni bis in tre anni.
Le posizioni dei sindacati
Come per il precedente incontro, la Cisl Scuola ha riaffermato il suo netto rifiuto a sottoscrivere il testo proposto dall’Amministrazione in cui si limita la mobilità del personale scolastico con norme che, di fatto, limitano le prerogative contrattuali: il sindacato propone “la possibilità per il personale di presentare la domanda di trasferimento al fine di acquisire la titolarità della sede”.
Anche la Uil Scuola si mostra insoddisfatta dell’incontro: il sindacato ribadisce che deve essere il contratto lo strumento per ovviare alle rigidità normative sulla mobilità imposte dalla legge. Sottolinea che non si può rinnovare un contratto integrativo, di fatto peggiorandolo, rispetto al contratto nazionale che ancora non si è rinnovato.
In un comunicato il sindacato afferma: “Lo strumento per modificare le leggi a favore della contrattazione c’è e si deve solo attuare: L’ art 2, comma 2, del Testo Unico n.165/01 prevede infatti che le norme di legge – presenti, passate e future – ed o regolamento, nonché di contratto precedente che prevede la propria inderogabilità, possono essere modificati dal contratto, per le materie che sono oggetto di contrattazione”.