Nuovo anno scolastico, ecco perché a settembre sarà già caos per le cattedre

di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano

 

È già caos per l’avvio del nuovo anno scolastico. A poco meno di un mese dalla ripartenza è certo che la “supplentite” quest’anno sarà ancor più un problema, almeno per i primi mesi dell’anno, a causa dei concorsi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. In tutt’Italia, le commissioni che devono esaminare gli oltre 370mila ammessi all’orale tra primaria e secondaria, sono al lavoro da mesi ma i tempi per molte classi di concorso non sono congruenti con quelli della prima campanella. Il decreto legge 71/2024, in via di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevede la possibilità di assunzione anche oltre il termine del 31 agosto per tutte le graduatorie che saranno pubblicate entro il 10 dicembre in modo che i candidati possano prendere immediato servizio senza attendere l’anno successivo.

Ma nel frattempo in classe chi andrà? I supplenti brevi. Saranno le scuole a dover individuare attraverso le graduatorie d’istituto una valanga di docenti che dovranno far lezione sino all’arrivo del cosiddetto avente diritto. Alla faccia della continuità didattica che anche quest’anno è garantito non verrà assicurata a bambini e ragazzi.

Un problema che va a sommarsi a quello dei cosiddetti idonei ovvero migliaia di docenti che hanno superato tutte le prove del concorso e che, in assenza di un provvedimento legislativo ad hoc, non potranno accedere al percorso per la stabilizzazione. C’è soltanto, infatti, una categoria di vincitori che avranno subito il contratto a tempo indeterminato, con conferma in ruolo dopo il superamento dell’anno di prova: gli insegnanti che hanno già l’abilitazione. Al concorso, però, è stato ammesso anche chi ha soltanto 24 crediti formativi universitari (Cfu) sui 60 previsti dalla normativa, oppure tre anni di servizio (equiparati a 30 Cfu).

Quest’ultimi prima di avere un contratto a tempo indeterminato, dovranno conseguire l’abilitazione, pagando per ottenere i Cfu con i percorsi abilitanti, e avranno soltanto un anno di supplenza. Per loro il concorso servirà a poco. Una partita sulla quale i sindacati sono pronti a dare battaglia.

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